Agrigento, il Cartello Sociale: “Emergenze senza risposte, il 2025 tra ritardi e occasioni mancate”
Il Cartello Sociale della provincia di Agrigento chiude il 2025 con un bilancio amaro, ripercorrendo le principali prese di posizione assunte nel corso dell’anno su alcuni dei nodi più delicati e irrisolti del territorio. Un anno segnato, ancora una volta, da emergenze strutturali che continuano a pesare sulla vita quotidiana di cittadini e imprese, senza che si intravedano soluzioni organiche e durature.
Al centro dell’analisi restano la crisi idrica, che non accenna ad allentare la sua morsa, le gravi criticità della rete viaria, tra strade dissestate e collegamenti inadeguati, e le persistenti difficoltà del sistema sanitario provinciale, alle prese con carenze di servizi, personale e programmazione. Temi sui quali il Cartello Sociale è intervenuto più volte nel corso dell’anno, denunciando ritardi, inefficienze e occasioni mancate, ma anche avanzando indicazioni e proposte concrete.
Nel quadro tracciato emerge una preoccupante fragilità politica e istituzionale, che rende ancora più complessa la gestione delle emergenze e alimenta un clima di sfiducia diffusa. Proprio per questo, il Cartello richiama con forza la necessità di trasparenza amministrativa e di una chiara assunzione di responsabilità da parte degli enti locali, senza rimpalli né alibi.
In questo contesto difficile, viene riconosciuto il ruolo svolto dal tavolo prefettizio, indicato come uno dei pochi luoghi in cui il confronto istituzionale è rimasto serio, autorevole e continuo. Un presidio di dialogo che ha consentito di mantenere aperto il canale tra istituzioni e parti sociali, pur nei limiti di una situazione complessivamente critica.
«Il 2025 è stato l’ennesimo anno di emergenze annunciate e risposte insufficienti – afferma il Cartello Sociale –. Sulla crisi idrica, sulle infrastrutture viarie e sulla sanità continuiamo a registrare ritardi inaccettabili, rimpalli di responsabilità e una preoccupante assenza di visione. Le occasioni mancate pesano come macigni su un territorio già fragile. Il tavolo prefettizio resta uno dei pochi luoghi in cui il confronto istituzionale è stato serio e concreto, ma la questione morale non può più essere elusa: senza trasparenza, legalità e responsabilità, la politica locale continuerà a perdere credibilità e fiducia».
Un richiamo netto, che suona come un avvertimento ma anche come un invito a invertire la rotta, prima che le fragilità diventino definitivamente strutturali.
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