Agrigento si riappropria dei suoi spazi. Piazza Ravanusella, a pochi passi del centro storico agrigentino, dopo lo smantellamento del rifornimento oggetto di una causa legale tra i proprietari e il Comune, assume già un altro aspetto e alla città viene consegnata una piazza, un punto di incontro e di aggregazione.
Il sindaco , Francesco Micciché, ha voluto donare un albero di ulivo secolare che lui stesso ha scelto, e che è stato collocato questa mattina in piazza Ravanusella.
“Una piazza che era abbandonata- ha detto il primo cittadino- adesso ha una nuova pavimentazione e ci sarà anche un’illuminazione artistica e questo ulivo al centro sarà il monumento finale”. Il sindaco ha tenuto a ringraziare la protezione civile regionale, nella figura del responsabile Cocina, che ha permesso di avere i finanziamenti e realizzare l’opera. “Agrigento ha bisogno di nuove piazze- ha continuano il sindaco-dobbiamo rivalutare la nostra cultura, le nostre tradizioni.”
E a proposito di cultura, Agrigento è pronta a incontrare la commissione del ministero della Cultura che deve giudicare il dossier della sua candidatura a Capitale italiana per il 2025. “Sono molto emozionato, dirò che dobbiamo sfruttare quello che abbiamo, la nostra cultura, le nostre tradizioni, i nostri tesori archeologici, la nostra architettura, per far sì che Agrigento possa crescere culturalmente”. Guarda il video >>>
FOTO GIUSEPE GRECO
Un rinnovamento per la città di Agrigento su cui il sindaco punta forte per lasciare un segno. E magari, confessa, essere ricordato come il primo cittadino che ha risolto “problemi che si trascinavano da anni e che nessuno era riuscito a risolvere prima”. Ma intanto occhi puntati sulla grande sfida di “Agrigento Capitale della Cultura”. La scorsa sera una nuova riunione per proseguire una pianificazione a cui l’esecutivo ha sempre garantito supporto. Il sindaco, ma non solo lui, ripassano l’intervento da fare al Ministero. Dev’essere convincente ma soprattutto spontaneo. Tutto questo nella consapevolezza che molto dipenderà da una questione politica. Si temono avversari umbri, come Assisi; m anche Bergamo e Brescia. Con la città lombarda divenuta in questi anni simbolo della lotta alla pandemia e che adesso potrebbe essere scelta proprio per questo motivo. Insomma la sfida è aperta ed è stimolante.