Si è tenuta la prima riunione dell’unità di crisi Covid-19 dell’ASP di Agrigento. Presenti il direttore sanitario dell’ASP, i capi dipartimento di chirurgia, di medicina ed urgenza, l’ordine provinciale dei medici ed odontoiatri e i direttori delle unità operative di anestesia e rianimazione.
Dopo un’attenta e analitica disamina delle opportunità organizzative, atte ad affrontare al meglio il diffondersi del contagio COVID-19, si è convenuto di condividere quanto proposto dai direttori delle unità di anestesia e rianimazione. Il piano era già stato esposto dalla direzione Asp.
I direttori delle unità di anestesia e rianimazione ritengono, dunque, che è necessario, al fine di ottimizzare gli organici a disposizione, di concentrare gli eventuali pazienti con COVID-19 da trattare presso gli ospedali di Agrigento e di Sciacca. Nell’ipotesi di ulteriore necessità di posti letto di usufruire delle strutture ospedaliere di Ribera, Canicattì e Licata, le quali potranno far fronte alle necessità mediche e chirurgiche dei distretti occidentali e orientali della provincia.
Non mancano tuttavia le criticità: all’ASP sarebbero arrivate mascherine scadute dal 2013. Inoltre in ospedale ci sarebbe un solo sanificatore per le ambulanze che trasportano i pazienti con COVID-19. Se si rompesse, no sarebbe possibile sanificare le ambulanze.
Fra le note positive, invece, l’arrivo del materiale per il rapporto con le persone infette, tamponi e la possibilità di ottenere in tempi brevi l’esito di questo; l’analisi viene fatta nello stesso ospedale. Pronto, inoltre, il percorso COVID-19.
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