Agrigento città e diocesi festeggiano il patrono S. Gerlando.
I festeggiamenti si concludono ad Agrigento oggi, – in mattinata, primo sabato di Quaresima, immediatamente successivo al mercoledì delle Ceneri – con il solenne Pontificale in Cattedrale delle ore 10,30, presieduto a S.E. da mons. Francesco Lo Manto, arcivescovo di Siracusa. E quest’anno sarà la Comunità Ecclesiale del piccolo Comune di Calamonaci ad offrire l’Olio per la lampada votiva, che arde tutto l’anno dinanzi l’urna che custodisce le reliquie del Santo; mentre, come di tradizione, il Corpo della Polizia locale di Agrigento reciterà la preghiera al loro patrono.
Le reliquie di S. Gerlando – come è noto – sono custodite, in un’urna d’argento di squisita fattura in Cattedrale, comunemente chiamata di S. Gerlando perché da Lui è stata costruita.
Particolarmente intenso è stato quest’anno il programma preparato dalla Curia dei festeggiamenti iniziati lo scorso 19 febbraio e proseguiti sino al 24, con tanti momenti di adorazione eucaristica, celebrazioni varie, con relative catechesi, oltre ad iniziative di notevole valenza artistico-culturale, nelle settimane precedenti, sotto lo stimolo discreto di don Giuseppe Pontillo, del quale è ormai ben nota la sua efficace azione pastorale, portata avanti attraverso tante valide iniziative, finalizzate anche a far conoscere sempre meglio l’ambiente ed il clima storico-culturale normanno-svevo nel quale S. Gerlando ha operato.
Non dimentichiamo che S. Gerlando, è nativo di Besançon città della Franca Contea, nella parte centro-orientale della Francia, vicino al massiccio del Giura circondata da una serie di 7 colline, per le quali viene paragonata a Roma.
La famiglia di S. Gerlando apparteneva alla popolazione celtica-“allobroga” ed era imparentata con il Gran Conte Ruggero d’Altavilla.
Gerlando, venuto ad Agrigento nel 1088, dopo essere stato consacrato vescovo da Papa Urbano II a Roma, concluse ivi la sua vita il 25 febbraio 1100, cioè 923 anni fa come oggi, dopo avere rievangelizzato la diocesi, allora molto più vasta di quella attuale, comprendente oltre a tutto il territorio del nisseno, anche molti comuni del palermitano, dove il cristianesimo nei 250 anni di dominazione araba si era ridotto al lumicino.
Nell’immediata preparazione alla festa di S. Gerlando di quest’anno, l’Arcivescovo-metropolita di Agrigento, mons. Alessandro Damiano, ha voluto invitare a concentrare l’attenzione sul problema più drammatico che si sta vivendo in questo periodo. Cioè i numerosi sbarchi di persone migranti sulle coste dell’isola di Lampedusa e sulla loro accoglienza nell’ hotspot isolano, assolutamente inadeguato alla situazione. Ha lanciato , un appello, articolato in diversi punti, toccando i temi più scottanti, sul gravissimo fenomeno migratorio nel Mediterraneo e soprattutto volendo ufficialmente chiedere che, per evitare tragedie, finalmente “le migrazioni siano governate” .
Un appello, chiaro e forte, da collegare con i tanti messaggi precedenti e soprattutto con quello di Papa Francesco sul pericolo della globalizzazione dell’indifferenza, mentre muoiono diverse persone ed anche bambini, come purtroppo è ancora successo nei giorni precedenti.