Primo incontro ieri pomeriggio,12 aprile, nell’aula magna del Consorzio Universitario Empedocle per parlare della candidatura di Agrigento a Capitale Italiana della Cultura 2025. “Insieme al presidente Nenè Mangiacavallo – dice il sindaco Franco Micciché– abbiamo iniziato un percorso che deve vedere tutti, ma proprio tutti gli agrigentini, le istituzioni e le associazioni accanto a noi. Le porte sono aperte a tutti. Il progetto è ambizioso, insieme possiamo farcela. Agrigento ha le carte in regola per ottenere questo risultato.” Una grande occasione che potrebbe avere notevoli ricadute tanto sul turismo (e sui servizi) quanto sullo sviluppo della città.Agrigento ci riprova dunque. Sotto la sindacatura di Calogero Firetto la città aveva già provato a diventare Capitale della cultura 2020. A spuntarla fu Parma. “2600 anni di storia, un patrimonio archeologico e paesaggistico di rilevanza internazionale, un territorio ricco di eccellenze naturali ed imprenditoriali, una straordinaria fucina di cultura, arte e spettacolo, e tanto altro ancora ci inducono, con determinazione e convincimento, a ricandidare Agrigento a Capitale Italiana della Cultura”, ha ribadito il presidente dell’università agrigentina. “E’ un impegno ambizioso ed oneroso- continua- che richiede la concreta collaborazione di Enti pubblici e privati, chiamati ad un’azione sinergica ed efficace.” All’appuntamento presente anche il capo delegazione Fai di Agrigento, Giuseppe Taibi.
Nel corso dell’incontro, è intervenuto anche il presidente dell’Ordine degli architetti, Rino La Mendola, che ha manifestato la disponibilità dell’Ordine a offrire il proprio contributo alla redazione del dossier a supporto della candidatura.
“Siamo pronti a dare il nostro contributo – ha affermato La Mendola –per proporre la candidatura della città di Agrigento quale capitale italiana della cultura 2025 ma siamo convinti che, affinché la stessa candidatura sia sostenibile e competitiva, bisognerà dimostrare come a fronte di un terreno culturale molto fertile, alimentato dalla memoria di scrittori agrigentini eccellenti come Pirandello, Sciascia o Camilleri, Agrigento è anche capace di attivare una serie di percorsi culturali diversi e complementari per proporre una città pulita, che superi l’emergenza rifiuti alimentata soprattutto dallo scarso senso civico di una parte dei cittadini e che sia in grado di attivare processi di rigenerazione urbana e di recupero e valorizzazione del proprio centro storico, elemento fondamentale per consolidare le radici culturali della comunità agrigentina, a cui dovrebbe essere restituito il ruolo di cuore pulsante di una città, che sia in grado di condividere e sostenere un intenso programma di attività culturali, come quelle teatrali, musicali e storico-artistiche e che sia contestualmente impegnata a educare i propri residenti, oltre che alla corretta gestione dei rifiuti, anche alla cura estetica della propria proprietà, superando gli effetti negativi delle saracinesche chiuse e abbandonate di via Atenea o dei vasi con fiori secchi e vandalizzati e di tanti terreni privati incolti e non recintati, che si trasformano spesso in vere e proprie discariche di rifiuti”.
A questo si aggiunga che il nostro territorio soffre di un imbarazzante gap infrastrutturale che deve essere ovviamente superato. Una città capitale italiana della cultura non può infatti non avere un aeroporto raggiungibile in meno di un’ora e non può presentare un sistema stradale su gomma e su ferro così povero o ancora un sistema portuale del tutto inadeguato.
“E’ indubbiamente demagogico – conclude La Mendola – pensare di superare le tante criticità attuali e raggiungere gli obiettivi prima richiamati in tempo per il 2025 ma è certamente possibile attivare immediatamente un percorso che punti a questi obiettivi nel medio termine con una serie di iniziative da concordare tra la pubblica amministrazione e i soggetti attivi nella società civile agrigentina come imprenditori, artigiani, commercianti, ordini professionali, forze sociali, operatori culturali e turistici e via di seguito”.
È quindi indispensabile l’immediata costituzione di un comitato scientifico che possa costituire una sorta di cabina di regia per tracciare questo percorso, finalizzato alla redazione di un programma condiviso che potrebbe alimentare il dossier che la città di Agrigento dovrà produrre per sostenere la propria candidatura a città capitale italiana della cultura, per l’anno 2025. Gli architetti sono pronti ad offrire il proprio contributo”.
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