Ordine degli Ingegneri, cambio al vertice e futuro da costruire: «Serve un Ordine libero e protagonista del territorio»
AGRIGENTO – Mentre l’Italia sportiva assisteva alla sconfitta dignitosa di Sinner e alla paradossale ultima chiamata della Nazionale di calcio con un ct già esonerato, le elezioni per il rinnovo del Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri della provincia hanno segnato un cambio di fase, ma senza traumi. Non ha vinto Achille Furioso, presidente uscente, ma non si è trattato di una sconfitta personale. Piuttosto, come lui stesso ha dichiarato, di «un momento di consapevolezza e maturità democratica».
Il nuovo Consiglio si insedierà il 23 giugno. Molti degli eletti hanno espresso apprezzamento per il lavoro dell’ultimo quadriennio, lasciando presagire una linea di continuità, ma anche l’apertura a un nuovo corso. Furioso, che ha scelto di non ricandidarsi, ha spiegato le sue ragioni con parole chiare: «Non mi sono ricandidato non solo per tornare all’attività di libero professionista, ma anche per lasciare spazio a una nuova guida, a una nuova visione».
«L’aeroporto? Una sfida che ci riguarda tutti»
Tra i temi rilanciati da Furioso nella sua nota post-elettorale, figura con forza la questione dell’aeroporto della provincia di Agrigento, da realizzare a Piano Romano, nel territorio di Licata. Un progetto storico, mai del tutto tramontato, che oggi trova nuova linfa grazie all’impegno di professionisti, associazioni, sindacati e cittadini. «È un’idea che non vuole morire, perché un Ordine libero, autonomo e professionale può e deve contribuire al riscatto del nostro territorio», ha scritto.
Lo studio aggiornato di sostenibilità e il parere tecnico favorevole del Ministero sono fatti concreti, così come la possibilità di ricorrere a strumenti innovativi come il partenariato pubblico-privato (PPP). «Se un gruppo imprenditoriale è disposto a investire risorse proprie, che senso ha continuare a frenare?», ha domandato Furioso, riferendosi alle “integrazioni economiche” richieste al Libero Consorzio, da lui definite «pleonastiche, se non addirittura pretestuose».
«Non concorrenza ma sinergia»
Sullo scetticismo di chi teme che un nuovo scalo possa danneggiare Palermo e Catania, Furioso ribalta la prospettiva: «Non è più il tempo delle paure: è il tempo delle opportunità. Non due milioni di passeggeri in meno, ma due milioni in più». E aggiunge: «La futura società di gestione potrebbe coinvolgere anche chi oggi amministra gli altri aeroporti siciliani. La concorrenza può diventare sinergia».
L’Ordine come presidio di libertà
Nel passaggio di consegne, Furioso rivendica l’eredità più importante: la libertà dell’Ordine. «Se ognuno dei nuovi consiglieri saprà ragionare con la propria testa, per il bene dell’Ordine, dei colleghi e del territorio, questo sarà il nostro successo più grande», scrive. E conclude con un messaggio diretto a chi prenderà il suo posto: «Avanti tutta, cari futuri consiglieri! E in bocca al lupo al nuovo Presidente, uomo o donna che sia».
Un auspicio che suona anche come una chiamata alla responsabilità, in un momento in cui la credibilità delle istituzioni professionali passa per la trasparenza, il merito e la capacità di rimettere al centro il territorio. E l’Ordine degli Ingegneri, da oggi, ha l’occasione – e il dovere – di dimostrare che il cambiamento non è solo nelle parole.
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