Emergono particolari legati all’operazione “Alta tensione” che a coinvolto due verificatori Enel infedeli che, secondo le accuse, chiedevano soldi per chiudere un occhio e non denunciare allacci abusivi o che addirittura essi stessi creavano per conto di privati allacci abusivi con il metodo del magnete o del cosiddetto “sorcio”.
L’attività nasce dalla denuncia di un imprenditore a cui – i due odierni indagati Giovanni Trupiano, 60 anni di Agrigento e Domenico La Porta, 63 anni di Naro – hanno tentato di estorcere del denaro, dopo aver fatto una finta verifica dicendo di essersi accorti (falsamente) di un allaccio abusivo e proponendo quindi un accordo economico (2,000€) anche dilazionato nel tempo.
I due parlavano tranquillamente al telefono senza sapere di essere intercettati. I Militari dell’Arma li ascoltavano e avevano pure messo delle cimici sul furgone azienda col quale i due operavano.
I una di quest intercettazioni si sente parlare Trupiano con il commerciante di pesce Contino: “Compà devo andare
a Milano, non fare il disgraziato»;
Contino: «Prima di sabato te le do questi 140 euro, basta che non piangi più»;
Trupiano:«Compà sono 240 vedi, non 140, non cominciamo a scendere».
Era questo il tenore dei colloqui. Colloqui conditi anche da insulti e parolacce ai carabinieri. Come quando un commerciante, scoperto dai Militari dell’Arma con un magnete sul contatore, chiama i due verificatori i quali lo “consigliano” di accusare gli questi ultimi di aver messo lo stesso magnete. Il tutto condito da improperi e parolacce ascoltati in diretta da chi li stava intecettando.
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