I giudici della sezione civile della Corte di appello di Palermo hanno confermato la condanna nei confronti del Municipio di Agrigento e di cinque emittenti radiotelevisive citati in giudizio da una famiglia che li accusava di avere consentito l’emissione di onde elettromagnetiche con valori superiori ai limiti di legge.
A riportare la notizia è il Giornale di Sicilia, in edicola domenica 24 febbraio:
I giudici, che hanno stabilito il diritto al risarcimento di complessivi 38 mila euro, hanno ritenuto che «la condotta delle emittenti è stata illecita, come quella del Comune che ha omesso di esercitare i poteri di controllo e vigilanza previsti dalla legge». Secondo la Corte la presenza delle antenne nella zona della Rupe Atenea, a poche decine di metri da condomini molto popolosi, un istituto comprensivo (materna, elementare e media), un liceo classico e, soprattutto, l’avere consentito un’emissione superiore ai limiti di legge, ha ingenerato in Salvatore Linguanti, che da una quindicina di anni sta portando avanti questa battaglia, e alla sua famiglia, «un evidente danno morale».
I giudici, come riportato dal quotidiano di Palermo, scrivono: «La presenza di radiazioni vicino alle loro abitazioni ha provocato una condizione di ansia, di evidente turbamento psichico che ha impedito il normale svolgimento della vita familiare per il timore di ammalarsi a causa della prolungata esposizione alle onde elettromagnetiche che sapevano essere superiore ai valori massimi consentiti dalla legge». La Corte presieduta da Antonio Novara ha interamente confermato la sentenza emessa nel 2013 dal giudice del tribunale, Massimo Donnarumma.
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