Coinvolti quattro agrigentini ed un cast d’eccezione.
Sabato 24 e domenica 25 novembre al teatro Pirandello di Agrigento si è svolto il secondo appuntamento della 25° edizione andando in scena “Il berretto a sonagli” , commedia dello scrittore agrigentino “Luigi Pirandello”. Il titolo si riferisce al berretto portato dal buffone, il copricapo della vergogna ostentato davanti a tutti. La commedia, che riprende le telematiche delle due novelle “La verità” e “Certi obblighi” è un testo fondamentale per la comprensione della poetica pirandelliana in cui l’autore si concentra sugli aspetti a lui più consoni – i temi della maschera, della pazzia, dell’anticonvenzionalita’- : insomma, una riflessione dell’esistenza umana. La signora Beatrice Fiorica, gelosa e insoddisfatta , vuole denunciare al delegato Spanò, amico di famiglia, il tradimento del marito, Cavalier Fiorica, con la giovane moglie del suo scrivano Ciampa, che è a conoscenza dei fatti e tollera la situazione purché venga salvato il suo “pupo” cioè la sua “rispettabilità” e la “faccia”. Inutilmente Ciampa cerca di evitare la denuncia tentando di persuadere la signora Beatrice e a girare la corda “seria” quella che fa ragionare ed evitare i disastri. Ma la signora non ne vuole sapere e fa scoppiare lo scandalo, mettendosi contro tutti: madre, fratello, serva e così alla fine il delegato cerca di far apparire che non c’è stato alcun rapporto tra il Cavaliere e la giovane Nina. Ma è proprio al Ciampa, al marito tradito, che la cosa ora non va più bene, egli è offeso e ferito, tutti sanno ora, dopo tutto quel chiasso, che porta “il berretto a sonagli” il cappello da buffone e da becco, e vuole la rivincita. Sarà la signora Beatrice che si è tolta lo sfizio di far girare la corda “pazza” a subire le conseguenze dello scandalo e a salvare il buon nome del Ciampa. Come? Facendosi ricoverare in un manicomio, perché pazza. Egli ha bollato con un marchio d’infamia tre persone: uno, d’adulterio; una, di sgualtrina e Ciampa, di becco…. deve dimostrare d’essere pazza… bisogna rinchiuderla pur di salvare le apparenze e di mettere a tacere lo scandalo in quel piccolo mondo di ipocrisia e falso perbenismo di inizio 900. La commedia non si incentra su quello che è il personaggio principale cioè Beatrice ma tende a mettere in risalto Ciampa, cioè il suo antagonista. Si comprende che il personaggio che soffre di più, atrocemente non è – come poteva sembrare ad apertura di sipario- l’offesa Beatrice, che è venuta a conoscenza della relazione adulterina del marito, il Cavalier Fiorica( personaggio costantemente citato, ma che non compare mai) con la moglie dello scrivano Ciampa, ma proprio quest’ultimo, che di tale relazione è sempre stato al corrente. Ed anche questo è perfettamente pirandelliano: l’incontro-scontro di realtà e apparenza, tra ciò che sembra e ciò che è. Ciampa interpretato dal grande Gianfranco Jannuzzo incarna perfettamente molti caratteri fondamentali dell’eroe pirandelliano: schiacciato da una condizione di vita umile, consapevole di essere in una condizione di evidente inferiorità sociale, lacerato tra l’amore per la moglie e il senso dell’onore tra il sapere e il dissimulare , tra l’essere e il fingere. Accanto all’attore agrigentino un bel cast che Jannuzzo personalmente presenta al pubblico prima della chiusura del sipario: Emanuela Muni(Beatrice), Franco Mirabella(Spanò), Veronica Rega(Saracena),Delia Merea(Fantasia), Alessandra Ferrara(Fana), Caterina Milicchio(Nina), Gaetano Aronica(Fifì) e con la partecipazione di Anna Malvica(Assunta) per la regia di Francesco Bellomo. Prossimo appuntamento al teatro Pirandello sabato 8 e domenica 9 dicembre con Massimo Lopez & Tullio Solenghi Show.
Foto & Testo
Calogero Longo
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