“Siamo riusciti a ricreare un clima positivo e a ritrovare unicità”. La presidente della Fondazione per “Agrigento Capitale 2025”, Maria Teresa Cucinotta, dopo il suo insediamento nella città dei templi, si dice soddisfatta del nuovo clima positivo che si è venuto a creare, dopo le polemiche dei mesi scorsi. Clima essenziale per la soluzione dei tanti problemi legati alla macchina organizzativa dell’Anno della Cultura. Intanto la Fondazione ha trovato “casa” presso il palazzo della prefettura, con l’ufficio di direzione al terzo piano e le postazioni operative per lo staff al piano terra, grazie alla disponibilità del Libero Consorzio provinciale. Poi è stato aggiornato il sito web “Agrigento 2025” con la visualizzazione dell’intero programma di iniziative anche se sul piano della Comunicazione c’è ancora molto da fare.
“La Regione Siciliana sta definendo la nuova “Campagna Mezzi” a livello nazionale – spiega l’ex prefetto Cucinotta – e presto verrà anche definito l’Ufficio Stampa con la nomina di un professionista incaricato di curare i rapporti con i Media per conto della Fondazione, questo perché finora siamo stati presenti solo sui social”.
Sono già trascorsi due mesi dall’inizio dell’anno e anche se è ancora molto presto per fare delle valutazioni, si può già iniziare a fare un piccolo consuntivo degli eventi e delle iniziative che si sono svolte nell’arco di questo primo periodo. Premesso che non tutti gli eventi programmati fin qui in Calendario, sono stati realizzati, la macchina organizzativa dei 44 progetti articolati sui principi di Empedocle, previsti nel dossier e delle decine e decine di altre iniziative collaterali ospitate all’interno di Capitale della Cultura, è comunque partita.
“Il fatto importante per Agrigento – dice Roberto Albergoni, autore del Progetto Capitale nella sua globalità e direttore generale della Fondazione – è che siamo riusciti a far sedere allo stesso tavolo i vari enti istituzionali, Comune, Parco Archeologico, Fondazione Teatro Pirandello, Regione, per l’elaborazione di un progetto corale e questo non era per nulla scontato”. Le difficoltà sono ancora numerose, per esempio l’Info Point non è partito e i malumori di tanti esclusi non sono del tutto sopiti.
“Stiamo lavorando per la creazione di un “Info Point Diffuso” sulla base dell’esperienza del Museo dei Cinque Sensi di Sciacca e dovremmo essere pronti tra un mese – dice Albergoni ragionando sul fatto che “in tutte le città designate a Capitale italiana della cultura, i primi mesi sono sempre stati caratterizzati dalle polemiche e dai malumori perché, progetti come questi, hanno sempre bisogno di tempo per essere accettati e fatti propri. Poi la coralità prende il sopravvento ed io penso che anche l’esperienza di Agrigento sia pressoché simile”.
A conti fatti e con il programma culturale alla mano, i mesi di gennaio e febbraio hanno visto, dopo la cerimonia di apertura dell’anno della cultura con il presidente della repubblica, Mattarella e il ministro della Cultura, Giuli, una nutrita serie di eventi teatrali, tra il “Pirandello” e il Palacongressi e numerose ed interessanti mostre archeologiche e d’arte. Da segnalare però che, tra queste ultime, da due mesi viene pubblicizzato il percorso espositivo sul “Medioevo e la famiglia Chiaramonte, tra potere, magnificenza e devozione”, mostra programmata nell’ex museo di Santo Spirito e nella chiesa San Lorenzo, e che non è mai stata aperta al pubblico. Così come altri calendari d’iniziative che al di là della segnalazione nel programma ufficiale, di fatto non sono ancora state realizzate. Ribatte Albergoni: “Anche se il coordinamento dei progetti è della Fondazione, noi non siamo responsabili di tutti i singoli progetti ma solamente di quelli previsti nel dossier. Altri progetti, presentati e finanziati da enti vari, pur essendo inseriti nel “contenitore” di Capitale della Cultura, fanno capo ad altri enti e ognuno risponde per sé”.
In questi primi due mesi è stato previsto l’arrivo di diversi artisti di livello internazionale per residenze temporanee, vero asse portante dell’intero programma culturale, che in alcuni casi si sono incontrati con esperti locali e che nei prossimi mesi creeranno le loro opere di cui però in città si è saputo poco o nulla. Così come a febbraio qualche difficoltà è stata riscontrata nell’avvio della “Portineria di comunità”, ambizioso progetto teso a trasformare il quartiere di Villaseta e la zona di piazza Ravanusella in luoghi di ascolto, partecipazione e rinascita per rafforzare i legami sociali attraverso spazi condivisi mirando a mettere in rete le associazioni locali.
Per il mese di marzo il programma di Capitale della Cultura, oltre a proporre il “Mandorlo in fiore” e il carnevale di Sciacca, prevede tra gli altri, l’inaugurazione dell’opera d’arte “Tempio di Tetrapack” dell’artista Edoardo Maligigi, si tratta di tre colonne doriche realizzate con moduli ricavati da cartoni usati di tetrapak, e l’ “Efebo d’Oro Film Festival”, tre giornate dedicate al ritorno in città del festival del cinema, con la proiezione di film premiati nelle passate edizioni. Anche se, per quest’ultima iniziativa, dice la presidente del “Centro Cinema e Narrativa” che organizza, Paola Catania, “al momento non abbiamo ancora ricevuto nessuna comunicazione in merito!”.
LORENZO ROSSO
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