Un uomo, con un cappuccio abbassato sulla testa per non farsi riconoscere, si è recato agli sportelli di Aica a Licata per contestare il lavoro svolto dagli operatori, e avrebbe iniziato ad urlare e inveire contro uno dei dipendenti presente in quei momenti all’InfoPoint pronunciando alcune frasi minacciose. CittadinanzAttiva, Unione dei consumatori e Adiconsum esprimono solidarietà al dipendente dell’Aica e ai dipendenti del comune per la violenza subita ma suggeriscono al sindaco ed ai vertici dell’Aica “di non tirare troppo la corda nei confronti di cittadini utenti, che spesso, proprio dai loro uffici, vengono ignorati quando si tratta di dare risposte in merito ai servizi essenziali, i cui costi con i relativi disservizi ricadono sull’intera collettività”, si legge in una nota. Pippo Spataro, Manlio Cardella e Ilenia Capodici continuano: “Purtroppo riceviamo spesso lamentele da parte di cittadini che non riescono neanche a parlare con i dipendenti degli uffici e, quando invece ne hanno la possibilità ricevono, risposte poco soddisfacenti con toni poco consoni a quelli di un dipendente pubblico…Per quanto riguarda Aica , ci troviamo innanzi un’azienda che non risponde alle innumerevoli richieste inviate via pec dalle scriventi associazioni , che ribadiamo essere legittimate ad un coinvolgimento in materia di “servizi di pubblica utilità,” che essendo di specifica competenza, vanno trattate con le associazioni dei consumatori riconosciute a livello ministeriale.
Appare stucchevole che con gli uffici di riferimento della società privata della precedente gestione, riuscivamo ad avere una interlocuzione diretta, con aica ,società pubblica , con il direttore generale e con il cda , invece non riusciamo neanche ad avere un incontro interlocutorio. Perchè?
Una società consortile ha l’obbligo di informare e condividere con le associazioni che rappresentano i cittadini da statuto, i percorsi che si intendono intraprendere per ridurre al minimo i disservizi, ascoltare le istanze delle associazioni comporterebbe una riduzione in termini di contenziosi in via extragiudiziale, attraverso l’istituzione di una commissione di conciliazione prevista da Arera. Tante altre iniziative- concludono- si potrebbero mettere in campo se da parte di Aica ci fosse la volontà di stabilire un rapporto con le associazioni dei consumatori che rappresentano i cittadini, gli utenti in genere. Ad oggi una tale volontà manca. Troppi silenzi.”
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