Con la zona gialla da lunedì anche ad Agrigento riaprono i ristoranti che potranno ospitare i loro clienti negli spazi esterni. Il vero paradosso è che negli anni molti locali hanno chiuso con verande e coperture le terrazze, ora si ritrovano a reclamare spazi all’aperto che non hanno più. Un problema giacché non tutti hanno i tavolini all’aperto.
Da lunedì 17 maggio, si tornerà a respirare un po’ di libertà con la zona gialla. Abbiamo raccolto i pareri di una delle categorie più compromesse del commercio: i ristoratori.
Riprendere l’attività in una semi-normalità è una bella conquista: il comune mette a disposizione gli spazi aperti adiacenti ai locali, si spera per consentire una maggiore sicurezza ai clienti, rispettando il distanziamento sociale previsto, consumando all’aria aperta pranzi o cene.
“Finalmente zona gialla in Sicilia – dice Dario Messina, ristoratore di San Leone – siamo pronti per riaprire con tavoli esterni. Ci aspettiamo una stagione con un turismo di prossimità, un primo passaggio verso la normalità ma non basta perché finché ci sarà il coprifuoco – conclude – non potremo puntare sul turismo e dobbiamo accontentarci di quello che abbiamo”.
Non tutti i ristoratori hanno però la possibilità di svolgere il proprio lavoro in modo equo in base alla propria collocazione.
La Via Atenea, ad esempio, ospita alcuni locali che hanno difficoltà a ricevere i clienti per la mancanza di spazio adeguato all’aperto. La strada stretta, infatti, non consente di posizionare tavoli e sedie sul suolo pubblico, poiché sarebbe un impedimento sia per il passaggio dei pedoni che si troverebbero a fare lo slalom tra chi consuma e un intralcio importante in situazioni di ipotetico pericolo se fosse necessario l’intervento di mezzi di soccorso lungo il corso.
Alcuni titolari si sentono pertanto penalizzati, lamentano giustamente il fatto di non essere salvaguardati nonostante il loro problema gravi pesantemente sulle loro attività. E’ il caso di Alberto e Chiara Prestia. Il loro ristorante Yellove, non dispone di spazi esterni, eppure è uno dei più apprezzati della via Atenea. “Stiamo lavorando con il Comune – spiega Chiara – per trovare soluzioni. E’ chiaro che la riapertura va salutata con grande entusiasmo ma bisogna mettere in condizione tutti di lavorare. Dopo un anno così difficile abbiamo bisogno di risposte che ci diano tranquillità altrimenti il nostro rimarrà un sorriso amaro”. Per loro, ma anche per altri, una possibile soluzione potrebbe essere quella di anticipare la riapertura degli spazi interni contingentando gli ingressi e ponendo i posti a sedere a distanza di sicurezza. La responsabilità di ristoratori e di clienti determinerà il successo o il fallimento di questi tentativi di ripresa.
Nel frattempo, gli interessati stanno organizzando una raccolta firme chiedendo la pulizia della via Giambertoni, parallela alla via Atenea, sperando magari di recuperare, oltre al decoro estetico della zona, qualche spazio extra per valutare il posizionamento di postazioni per consumare.
Di sicuro, vedremo, dalla prossima settimana, una nuova partenza, augurandoci di mantenere o migliorare ancora il colore di zona e confidando nella coscienza di tutti, affinché si possa solo andare avanti e non più tornare indietro.
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