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Home » top2 » Ad Agrigento Cabine Fototessere Trasformate in Punti di Aiuto per Donne Vittime di Violenza

Ad Agrigento Cabine Fototessere Trasformate in Punti di Aiuto per Donne Vittime di Violenza

Domenico Vecchio Di Domenico Vecchio
22 Aprile 2024
in top2, Editoriali
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Pink Box: nuova iniziativa che trasforma le cabine fototessere in punti di aiuto per le donne vittime di violenza.

Entro il 30 giugno, verranno installate le prime 50 Pink Box in tutta Italia, da Agrigento a Milano, offrendo un canale di soccorso immediato per le donne in situazioni di pericolo. Grazie alla tecnologia avanzata, premendo un bottone sulla Pink Box, le donne potranno contattare il servizio di help line 1522 per ricevere supporto 24 ore su 24.

Agrigento — Entro il 30 giugno, le prime 50 Pink Box saranno installate in tutta Italia, da Agrigento a Milano, offrendo un nuovo approccio nel combattere la violenza di genere. Queste cabine, precedentemente utilizzate per scattare fototessere, saranno trasformate in punti di aiuto per le donne vittime di violenza, grazie alla collaborazione tra Dedem, la società che gestisce circa 4.000 macchinette in Italia, e l’associazione Differenza Donna.

Le Pink Box saranno dotate di tecnologia avanzata fornita da Dmp Electronics, che consentirà alle donne di accedere facilmente all’help line 1522, un servizio pubblico gratuito, multilingua e operativo 24 ore su 24. Premendo semplicemente un bottone sulla Pink Box, le donne potranno stabilire un collegamento diretto con il call center, fornendo loro un contatto immediato con personale esperto, lontano da occhi e orecchie indiscrete.

L’obiettivo di questa iniziativa è fornire alle donne una via d’uscita sicura dalla violenza fisica o psicologica, soprattutto quando si trovano in situazioni difficili e non possono utilizzare un telefono tradizionale. Questa misura prende spunto dalla tragedia di Giulia Cecchettin e dall’urgenza di fornire risorse accessibili e efficaci per le donne in pericolo.

Gioacchino Alfano, assessore con delega alla lotta contro la violenza e alla tratta sulle donne, ha accolto l’iniziativa con entusiasmo, sottolineando l’importanza di un impegno collettivo nella lotta contro la violenza di genere. Mentre Antonella Gallo Carrabba di Telefonoaiuto, non era a conoscenza dell’iniziativa. Rimane da comprendere dove verranno istalla nella città dei templi.

Per Elisa Ercoli, presidente di Differenza Donna, la diffusione, la conoscenza e l’accesso al 1522 sono strumenti fondamentali per proteggere le donne e offrire loro un sostegno prezioso e riservato. Le Pink Box rappresentano un passo importante verso la creazione di un ambiente in cui le donne si sentano ascoltate, sostenute e incoraggiate a cercare aiuto.

Questo progetto dimostra come l’innovazione tecnologica e la collaborazione tra enti pubblici e organizzazioni non profit possano fare la differenza nella lotta contro la violenza di genere, offrendo speranza e un futuro più sicuro alle donne in difficoltà.

Stando alle ultime statistiche relative al 2023 per le chiamate del 1522, il 47,6% delle vittime chiede aiuto per violenza fisica, il 36,9% per quella psicologica. Il 64,5% dichiara di aver subito violenza per anni, il 25,5% per mesi, il 10% di aver subito soltanto uno o pochi episodi di violenza. Il 24,8% delle vittime che si sono rivolte l’help line violenza e stalking hanno paura di morire e timore per la propria incolumità e dei propri cari, mentre i 2/3 di esse provano ansia e il 24,3% si sente in grave stato di soggezione. Il 10,2% si sente invece molestata, ma non in pericolo. La violenza è preminentemente di tipo domestico: nei tre trimestri del 2023 il 79,4% dei rispondenti dichiara che il luogo della violenza è la propria casa.

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Tags: 1522donneItaliaPink Boxsicurezzasoccorsosolidarietàtecnologiaviolenza di genere
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