Il pubblico ministero della Dda di Palermo, Pierangelo Padova ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di Antonino e Paolo Greco, rispettivamente padre e figlio, di 50 e 23 anni, di Licata. I due Greco sono accusati di usura ed estorsione, e il solo Antonino anche di rapina. Reati con l’aggravante dell’utilizzo dei metodi mafiosi (416 bis). L’udienza preliminare, per discutere sulla richiesta di rinvio a giudizio, è fissata per il 12 marzo prossimo, dinnanzi al Gup del Tribunale di Palermo, salvo che la difesa non scelga riti alternativi.
Paolo e Antonino Greco sono difesi dagli avvocati Angela Porcello e Francesco Lumia. Dopo la denuncia di quattro vittime, e le successive indagini dei poliziotti della Squadra Mobile di Agrigento, e dei loro colleghi del Commissariato di Licata, con il coordinamento della Dda di Palermo, nel maggio dell’anno scorso, i due Greco finirono in manette.
Il più giovane, all’epoca dei fatti, era uscito dal carcere da circa due mesi, con l’accusa di avere esploso, nottetempo, 5 colpi d’arma da fuoco, precisamente con una scacciacani modificata, all’indirizzo di due agenti della polizia di Stato, impegnati in alcuni controlli. Un poliziotto, in particolare non venne raggiunto, solo per il tempestivo e provvidenziale intervento di altri suoi colleghi.
A rivolgersi ai Greco, per avere soldi in prestito, sono stati due commercianti, un libero professionista, e un imprenditore. Quando le richieste dei taglieggiatori sono state sempre più pressanti, con il rischio per le vittime di ritorsioni anche di natura fisica, è scaturita la decisione di denunciare gli usurai.
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