Avrebbe provato a convincere una giovane, a cui aveva dato un passaggio alla Scala dei Turchi, a praticargli sesso orale. Lei si è rifiutata, si è ribellata, e assalita dalla paura, con il telefono cellulare ha inviato un messaggio WhatsApp, con richiesta di aiuto, ad un’amica, e proprio quest’ultima ha dato l’allarme. Il Pubblico ministero ha ribadito la richiesta di rinvio a giudizio di Davide Giuseppe Medico, 45 anni, di San Cataldo, ma residente ad Agrigento, con l’accusa di tentata violenza sessuale. A decidere se disporre o meno l’approfondimento dibattimentale sarà il Gup del Tribunale di Agrigento, Alessandra Vella, nell’udienza fissata per il 24 marzo. L’imputato è difeso dall’avvocato Annalisa Russello.
La vicenda scaturisce dalla denuncia di una turista ventenne, di nazionalità svizzera, della quale, il 22 ottobre di due anni fa, si erano perse le tracce, e per alcune ore aveva fatto temere il peggio. Poi ritrovata in stato confusionale nelle vicinanze della Scala dei Turchi.
L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica, è stata condotta sul “campo” dai carabinieri del Comando provinciale di Agrigento. Ricostruita la dinamica dal momento dell’adescamento della giovane, avvenuto alla fermata degli autobus di piazza Marconi, al successivo passaggio in auto, fino ai fatti accaduti durante il percorso, verso il sito di Realmonte. Secondo quanto dichiarato dalla giovane ai carabinieri, l’individuo si sarebbe fatto avanti, con toni gentili, prestandosi per accompagnarla alla Scala. La ventenne si è fidata, ed ha accettato il passaggio. All’improvviso quel tipo gentile, avrebbe iniziato ad allungare le mani, e in primo momento non l’ha stava portando dove era diretta.
Prima alcune avances, poi avrebbe cercato di portare una mano dietro la testa della ragazza, per costringerla a praticargli un rapporto orale. Lei si è rifiutata, si è ribellata, e assalita dalla paura, con il telefono cellulare ha inviato un messaggio WhatsApp, con richiesta di aiuto, ad un’amica, e proprio quest’ultima ha dato l’allarme.
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