Inizio anno scolastico al Liceo Empedocle di Agrigento: tra entusiasmo, musica e criticità strutturali
Ad Agrigento, il Liceo Classico e Musicale “Empedocle” ha inaugurato ufficialmente l’anno scolastico 2025/2026 con la tradizionale cerimonia di accoglienza, un momento simbolico che segna il passaggio degli studenti dal biennio al triennio e l’ingresso dei nuovi iscritti. L’evento si è svolto nella palestra scoperta della sede centrale di via Empedocle, ombreggiata da suggestive vele verdi, offrendo un’atmosfera speciale per salutare i ragazzi. La giornata è stata organizzata in due turni distinti: al mattino i ragazzi del terzo anno hanno incontrato i rispettivi Consigli di Classe, mentre a seguire gli studenti delle prime classi hanno vissuto il loro primo contatto ufficiale con docenti e compagni.
A fare da colonna sonora all’avvio dell’anno, l’esibizione dei ragazzi del musicale con “Accendi un diavolo e me”, scelta non casuale per trasmettere energia e entusiasmo. Ma dietro le note e i sorrisi emergono anche criticità legate alle sedi distaccate del liceo musicale, che da decenni si trovano in strutture provvisorie: mancano aule insonorizzate, spazi adeguati per i laboratori e palestre per l’attività sportiva, condizioni che rendono difficile garantire sicurezza e qualità delle lezioni. La dirigente Marika Helga Gatto non ha nascosto la sua preoccupazione e ha lanciato un appello alle istituzioni, sottolineando la necessità di interventi concreti per garantire agli studenti ambienti dignitosi e funzionali, adeguati alla loro crescita e formazione.
D. Dirigente, l’anno scolastico si apre con l’energia dei ragazzi del musicale che hanno eseguito “Accendi un diavolo in me”. Quanto conta l’entusiasmo in questa fase di avvio?
R. Abbiamo voluto inaugurare l’anno con una cerimonia carica di vivacità per trasmettere agli studenti sicurezza e fiducia. Il passaggio dal biennio al triennio non è solo fisico, ma simbolico: segna la loro crescita e l’ingresso in una fase più matura della vita scolastica. Oggi abbiamo accolto sia chi passa dal ginnasio al liceo sia i ragazzi delle prime classi, e vedere nei loro occhi gioia, curiosità ma anche un po’ di timore ci ricorda quanto sia importante accompagnarli e supportarli. La scuola offre non solo istruzione, ma anche relazioni umane, dialogo e confronto con i docenti, elementi fondamentali per crescere.
D. Quanti studenti frequentano quest’anno il Liceo Empedocle e quali sono le sfide organizzative che comporta questa numerosità?
R. Quest’anno contiamo nove classi prime e nove classi che passano dal primo al secondo biennio. Numeri così ampi ci spingono a cercare nuovi spazi, soprattutto per il liceo musicale, che occupa una sede distaccata provvisoria da 66 anni. Le due sedi attuali – Brunelleschi e Equa – non hanno palestra né aule insonorizzate. Questo diventa un problema serio per l’orchestra e la banda musicale, che non possono svolgere prove e laboratori in ambienti non a norma.
A luglio ho già inviato una PEC agli organi competenti, incluso il Ministero dell’Istruzione, per sollevare la questione. Gli spazi del liceo classico sono tutti occupati, quindi molte lezioni del musicale si terranno al liceo classico, soprattutto nel pomeriggio. È evidente come la scuola, nonostante la sua vitalità e capacità organizzativa, sia compressa e necessiti di strutture adeguate.
D. Qual è il messaggio che vuole lanciare alle istituzioni e alla comunità sul tema degli spazi scolastici?
R. È urgente dare dignità alle scuole, agli insegnanti e agli studenti, garantendo ambienti adeguati per studiare e crescere. La scuola non deve essere solo un luogo di istruzione, ma uno spazio sicuro e funzionale dove i ragazzi possano sviluppare talento e relazioni. Investire in strutture scolastiche e sportive significa offrire ai ragazzi una vita reale, fatta di esperienze concrete, socialità e confronto, non solo virtualità.
D. Spesso si sente parlare in termini critici delle nuove generazioni. Qual è la sua visione dei ragazzi di oggi?
R. È sbagliato demonizzarli. Li vediamo ogni giorno: sono motivati, curiosi e pieni di energia. Trascorrono molte ore a scuola, ma affrontano ambienti sociali complessi, e spesso le famiglie sono lasciate sole di fronte alle sfide della tecnologia, dell’isolamento o della competitività esasperata. L’eccellenza non nasce solo dalla competizione, ma anche dalla solidarietà e dalla capacità di ascolto. La società dovrebbe offrire spazi di comprensione, non solo di performance.
D. Qual è il messaggio che desidera lasciare agli studenti in questo inizio d’anno?
R. Voglio che conservino entusiasmo e motivazione: quella luce interna che li guida. La scuola è qui per accendere e sostenere questa energia, affinché possano viverla e trasmetterla. Non è solo un luogo di studio, ma uno spazio di crescita, relazione e scoperta.










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