Al via la Settimana sociale, la 50esima che si concluderà domenica 7 luglio, questa volta a Trieste, così come deciso in precedenza, dopo che lo scorso 18 febbraio ad Assisi si è concluso l’ottavo seminario nazionale di pastorale sociale.
Da quello che si legge sui social, saranno giorni di particolare impegno per tutti i rappresentanti delle oltre duecento diocesi italiane, ognuna delle quali, così come la nostra arcidiocesi agrigentina , ha in Curia un “Ufficio per i problemi sociali ed il lavoro”, in atto, egregiamente retto da don Mario Sorce, ,… a cui bisogna aggiungere la rappresentanza delle tante associazioni culturali e di impegno nel sociale che operano in Italia, e che si rifanno alla Dottrina Sociale della Chiesa (DSC).
Come è facile notare dal programma, reperibile sul web, i giorni di Trieste saranno di riflessione, di approfondimenti, di spiritualità, di relazioni, ma soprattutto giorni di laboratori in cui sperimentare – confrontandosi sulle tematiche di più drammatica attualità, quali ecologia integrale, lavoro, democrazia, partecipazione, amicizia sociale….ecc….ecc. In questa tappa decisiva a Trieste dal 3 al 7 luglio, il tema di fondamentale importanza, riguardante la democrazia e quindi il dovere della partecipazione. “Al cuore della democrazia”…. il tema preciso della cinque giorni, che sarà aperta dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e chiusa da Papa Francesco.
Da quanto si vede nella strutturazione del programma, il metodo di lavoro che verrà utilizzato a Trieste dai delegati sarà quello del confronto tra tutti, – e si sottolinea che si vuole trovare, costantemente, come punto unificante di forza, la partecipazione… e nella partecipazione favorire in ogni modo, l’emersione di un’intelligenza collettiva. “Il tema del metodo non è secondario – ha commentato don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei – perché il metodo è anche già un contenuto, cioè ci permette di far capire che ogni persona, in qualche modo, può offrire un contributo al bene comune”. Il valore aggiunto – si precisa – vuole essere quello di un impegno non solitario, ma inserito in una rete che offra una “compagnia” che spesso manca ai credenti (ma più in generale alle persone di buona volontà)…. quelle che vogliono contribuire al bene comune.
Da questo nostro Angolo volgiamo far giungere i nostri auguri di buon lavoro, facendo nostro il pensiero di Nicola Campanile presidente dell’Associazione, “Per le persone e la comunità”, che dice: “Sappiamo che questo tempo non consente “nostalgie”, ma opportunità di processi e percorsi ne offre in misura straordinaria. Dobbiamo coglierle, per quanto nelle nostre possibilità, anche per non avere altri rammarichi e rimpianti. Perché, questo sì, di rammarichi e rimpianti ne dovremmo avere, come laici credenti, sull’evoluzione del quadro politico negli ultimi 30 anni e per il degrado dell’azione amministrativa sui territori, quantomeno nel Sud Italia. Abbiamo commesso un peccato di omissione, ma non serve piangerci addosso: piuttosto trasformiamo questa consapevolezza in leva per abbandonare definitivamente, come laici credenti, l’abito dell’indifferenza o, al massimo, dell’analisi da salotto. Già sarebbe tanto”.