A margine della solenne concelebrazione per la consegna del Pallio a Mons. Alessandro Damiano. Nello splendore della maestosità della nostra Cattedrale si è appena conclusa la solenne concelebrazione presieduta dal Nunzio Apostolico in Italia mons. Emil Paul Tscherrig che, “in nomine Summi Pontificis “ ha imposto il pallio al nostro Pastore Mons. Alessandro Damiano, nel suo primo anniversario dell’ordinazione episcopale.
Contemporaneamente la Chiesa Agrigentina ha avviato, ufficialmente, la cooperazione missionaria con il Sud Albania. Presente anche l’Amministratore Apostolico di questa parte della regione albanese mons. Giovanni Peragine, l’Arcivescovo Damiano ha conferito pure il mandato missionario a don Riccardo Scorsone, Vicky Lipari, Giovanni Russo e Maria Vega, “mandati” a predicare e testimoniare in terra albanese “Cristo Crocifisso sapienza e potenza di Dio”.
La Cattedrale è risultata gremita in tutti i posti disponibili, secondo le norme in vigore in questo periodo di pandemia. Molti i Vescovi presenti tra cui il primo arcivescovo-metropolita emerito di Agrigento, Mons. Carmelo Ferraro, apparso in ottima forma malgrado la sua età, dato che nei prossimi giorni si appresta a compiere 89 anni; e naturalmente presenti soprattutto i Vescovi delle due diocesi suffraganee di Agrigento, cioè Caltanissetta e Piazza Armerina, Mons. Mario Russotto e Mons. Rosario Gisana.
Tutto si è svolto bene, proprio alla perfezione ! dai Canti liturgici magistralmente eseguiti dalla Scola Cantorum, ai vari passaggi cerimoniali sotto l’attenta regia di don Rino Lauricella, all’ottima introduzione di saluto del Vicario Generale don Giuseppe Cumbo che ha dato il saluto anzitutto al Nunzio, ai vescovi presenti, al clero ed al popolo con particolare riferimento alle Autorità, civili e militari, per soffermarsi naturalmente più diffusamente, con un particolare tocco di stima e di affetto, su Mons. Alessandro Damiano, pastore di questa Chiesa Agrigentina. A cui ha proposto ed augurato di potere imitare alcune figure bibliche particolarmente significative. Un particolare quest’ultimo, alla fine ripreso, proprio alla conclusione, dallo stesso Mons. Alessandro Damiano, che ha parlato di un augurio-invito alla sua conversione, che naturalmente, come del resto per tutti, mai potrà e dovrà essere trascurato.
Ma a margine di tutto, nell’impossibilità di potere riferire altro, anche per comprensibili motivi di spazio, devo confessare che a me e sicuramente non solo ! anche cioè ad altri, e soprattutto sicuramente a Mons. Carmelo Ferraro, la mente è andata alla grande emozione di quel sabato 2 dicembre dell’Anno Santo 2000, quando nella grande sala del Palazzo Vescovile, veniva ufficialmente comunicata la notizia che la sede vescovile agrigentina, dal Papa Giovanni Paolo II, era stata dichiarata sede arcivescovile e metropolitana.
Una notizia che, a rivedere la cronaca di allora, si faceva notare che rimbalzava con gioia e soddisfazione, subito di città in città e di quartiere in quartiere, in tutti i 43 Comuni della nostra vasta diocesi. Una notizia che coglieva di sorpresa, provocando, gioia e soddisfazione, allargandosi poi di raggio, quando, l’indomani domenica; quando in molte parti si decideva per un festoso suono di campane, mentre l’annuncio veniva spiegato nelle varie assemblee liturgiche domenicali e raggiungeva così tante famiglie e zone delle 194 Parrocchie della nostra Diocesi.
Un annuncio ai fedeli che da parte dei Presbiteri comportava anche una catechesi sul senso di “metropolia” e di “diocesi suffraganea“, come pure, in generale, sull’aspetto istituzionale della Chiesa, secondo la dottrina dei vari documenti del Concilio Vaticano II e segnatamente del decreto conciliare “Christus Dominus” sull’Ufficio pastorale dei Vescovi.
Alcuni concetti fondamentali dei quali, sono anche ritornati negli interventi di ieri, soprattutto quando ha parlato il Nunzio e lo stesso nostro Mons. Alessandro Damiano.
Per la Chiesa agrigentina, quello del dicembre 2000 è stato un riconoscimento importante. La cerimonia di ieri si è potuta svolgere, perché Agrigento, nel quadro del riordino del territorio ecclesiastico siciliano, voluto dalla Santa Sede, è stata allora elevata a metropolia, cioè a sede metropolitana.
Un riconoscimento del ruolo che la Chiesa Agrigentina ha svolto nei secoli, di essere stata Chiesa Madre, – se pensiamo quando, ai tempi di S. Gerlando, vescovo dal 1088 al 1100, proprio 900 anni prima, abbracciava un territorio molto più vasto di quello attuale, con tanti Comuni ceduti successivamente alle diocesi di Monreale, di Palermo e quindi a metà dell’800 di Caltanissetta, quando quest’ultima divenne, nel 1844, diocesi autonoma.
Un riconoscimento frutto anche degli approfondimenti documentali e storici del compianto Mons. Domenico De Gregorio, che è riuscito completare la sua storia della Chiesa Agrigentina in cinque volumi.
Un riconoscimento avvenuto, provvidenzialmente, durante l’episcopato di Mons. Ferraro, all’alba del nuovo millennio e che continua ad impegnare la nostra Chiesa Agrigentina, non solo ad un particolare senso dir responsabilità, ma anche di esemplarità, specie nei riguardi delle due diocesi suffraganee di Piazza Armerina e di Caltanissetta.
E nel suo indirizzo augurale, il Vicario Generale don Cumbo ha, forse anche per questo, voluto augurare all’arcivescovo Mons. Alessandro Damiano, da ieri anche, ufficialmente, metropolita, di essere come lo sposo del Cantico dei Cantici. Uno sposo cioè profondamente innamorato, impegnato sempre più e meglio a scoprire e valorizzare le bellezze della sua sposa, per l’incremento dello spirito missionario e dell’ impegno di evangelizzazione.