A Favara si riflette sulla religiosità popolare. Ci pare questo il messaggio essenziale, a margine dell’incontro di ieri sera in Chiesa Madre, per la presentazione del volume curato da Gaetano Scorsone, per tanti anni, (sino a qualche mese fa !) moderatore dell’Area “P. Pino Puglisi” del Consiglio Pastorale Cittadino (CPC). Un elegante volume dal titolo “Nel segno di S. Giuseppe, insieme, con fede, devozione e impegno sociale”, corredato da tante fotografie; un volume che raccoglie interventi vari di diverse personalità favaresi impegnate nel sociale, responsabili della varie Associazioni, che, per manifestare quest’anno la loro grande devozione al grande patriarca S. Giuseppe, in occasione della festa, durante i giorni della novena, hanno fatto conoscere quanto positivamente realizzato. E, quindi, quest’anno, la festa più importante, quella di S. Giuseppe, fissata sempre l’ultima domenica di agosto, da parte del CPC è stata celebrata in maniera decisamente innovativa, con la presentazione, ogni giorno della Novena, prima della celebrazione della Messa, davanti ad un’assemblea affollata di devoti del Santo, della testimonianza concreta di quanti con fatica operano nelle varie realtà e sui diversi piani; da quello culturale e professionale a quello ginnico-sportivo, a quello liturgico, musicale, della solidarietà, coinvolgendo direttamente anche le forze dell’ordine, che anche loro hanno volentieri aderito, con una relazione del loro prezioso servizio a favore del tessuto sociale favarese. E basterà scorrere le pagine di questo libretto per conoscere quanto, con impegno e sacrificio, le varie associazioni hanno realizzato, e si propongono a Favara ancora di realizzare, invocando la protezione di S. Giuseppe. Eloquente, anche se silenzioso, l’invito ad uscire tutti dal proprio guscio per puntare comunitariamente al bene comune della collettività favarese. All’incontro di ieri sera, oltre all’arciprete don Giuseppe D’Oriente ed al presidente del CPC, il giovane parroco don Calogero Lo Bello, è stato presente il prof. Gaetano Gucciardo, docente do sociologia presso l’Università di Palermo, profondo conoscitore della realtà socio-religiosa favarese; che nel suo intervento, seppur sintetico, ma puntuale e significativo, prendendo atto di quanto realizzato e di qualche importante obiettivo raggiunto, ha incoraggiato a proseguire nel cammino intrapreso. Chi scrive, essendo a Favara come parroco da oltre mezzo secolo, oltre ad esprimere la propria piena condivisione sulla positiva svolta di quest’anno sull’impostazione della festa di S. Giuseppe, con la diretta partecipazione di tutte le realtà associative favaresi, ha, in qualche modo allargato l’orizzonte della pietà popolare, accennando a quanto positivamente realizzato ormai da tempo, sull’impostazione della Settimana Santa; con particolare riferimento alla processione del Venerdì Santo, con i momenti che si vivono al Calvario e quelli invece processionali, entrambi con eccezionale partecipazione di popolo. Nell’ambito di un’informazione giornalistica, sulla riunione di ieri sera, è difficile riferire di più. Basterà scorrere le pagine del volume di cui sopra, per conoscere quanto, le varie associazioni favaresi di volontariato hanno realizzato, e si propongono ancora di realizzare invocando la protezione di S. Giuseppe. A margine di tutto, la cosa più importante è sicuramente l’impegno già in atto impegno a riflettere sulla religiosità popolare, per valorizzarla al meglio, sulla scia di quanto suggerisce la sociologia. Che tra le scienze sicuramente è la più dinamica, e quindi richiede costantemente attenzione, capacità di adattamento, di eventuali interventi efficaci, con la necessaria prudenza da coniugare comunque all’opportuna tempestività. Una saggezza pastorale che a Favara ci sembra, discretamente bene avviata, ricordando che, come suggeriva Basilio Randazzo, grande sociologo siciliano, scomparso da poco più di un decennio “in Sicilia la religiosità è celebrazione cristiana e tale sempre deve restare”. E ancora : “Analizzare la religiosità è obbligo, perseguirla è merito, comunicarla è preghiera, deturparla è eresia, manipolarla è magia, disattenderla è omissione, delegarla all’improvvisazione è decadenza”. E riguardo a queste ultime raccomandazioni, a margine dell’incontro di ieri sera, ci sentiamo proprio di dire, che la Comunità ecclesiale di Favara è sicuramente vigile e ci pare proprio di potere escludere ogni pericolosa forma di improvvisazione.
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