Il rullo mobile dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento è diventato, suo malgrado, una metafora perfetta della città: rotto da sempre, mai realmente funzionante, abbandonato al degrado, davanti agli occhi di tutti. E, forse, la cosa più grave non è nemmeno il guasto in sé, ma il fatto che la gente abbia smesso di chiedere, di pretendere, di indignarsi.
È da questa immagine che parte la riflessione – e la denuncia – di Roberta Zicari, presidente della VI Commissione Consiliare del Comune di Agrigento, che sceglie di andare controcorrente, fuori dal coro, come lei stessa rivendica.
Non un post di circostanza, ma una segnalazione pubblica e formale: una denuncia via social e una PEC indirizzata alla dirigenza dell’ASP”] con un messaggio chiaro e diretto: basta.
Quel rullo non è un dettaglio marginale. È uno strumento essenziale per chi ha ridotta mobilità, per anziani, disabili, persone fragili. Va aggiustato, senza se e senza ma. Perché in un ospedale la funzionalità non è un optional, è dignità.
E poi la provocazione, amara ma lucida. Se davvero non si vuole intervenire, se la manutenzione non rientra più tra le priorità, allora – dice Zicari – abbiate almeno il coraggio di dirlo apertamente. E a quel punto, tanto vale ripensarlo fuori dagli schemi: trasformarlo in una grande aiuola, in qualcosa che porti bellezza anziché continuare a produrre degrado.
Una provocazione che va oltre il rullo mobile e chiama in causa un’intera città: la rassegnazione, l’abitudine al malfunzionamento, l’accettazione silenziosa di ciò che non funziona.
Perché il vero guasto, forse, non è solo meccanico. È culturale.
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