La Procura di Agrigento, ha iscritto sul registro degli indagati, altre tre persone nell’ambito dell’inchiesta sul crollo della nascente sede universitaria di via Atenea, sotto sequestro dal 15 maggio scorso. Si tratta di tecnici che si sono occupati della sicurezza nel cantiere. Il pubblico ministero Annalisa Failla ha chiesto di estendere anche a loro l’incidente probatorio. Una richiesta accolta dal gip del tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo. Gli accertamenti, con tanto di sopralluogo nell’area del crollo, sono stati fissati per martedì 23 dicembre.
Gli indagati, adesso, sono dodici. L’esito in aula della perizia tecnica dell’ingegnere Fabio Neri dell’Università di Catania, inizialmente previsto per il 19 dicembre, è stato rinviato al 6 febbraio 2026. Il consulente della Procura, nella perizia depositata agli atti, sottolinea: “Responsabilità tecniche e gestionali nella fase della progettazione e dell’esecuzione dei lavori, in particolare quelli di seppellimento durante gli scavi e di crollo derivante da demolizioni estese”.
Durante l’esecuzione dei lavori, inoltre, il perito del giudice sostiene “imperizia da parte dei soggetti coinvolti nella conduzione tecnica dei lavori”. Responsabilità che sarebbero da ricondurre anche all’impresa esecutrice per “non aver segnalato criticità tecniche o operative, né sospeso i lavori in presenza di situazioni di rischio”. La perizia, infine, conclude non riscontrando nessuna responsabilità nel crollo della parete “al responsabile del procedimento e dei lavori, al rettore dell’Università di Palermo Massimo Midiri, ai legali rappresentanti delle imprese coinvolte e agli operai”.
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