Gli architetti guardano al 2026
Aeroporto della Sicilia Centro-meridionale: il 2025 si chiude senza l’inserimento dello scalo agrigentino nella programmazione nazionale.
Il 2025 si chiude senza l’inserimento dello scalo agrigentino nella programmazione nazionale degli aeroporti. Un anno dal bilancio contrastato per il progetto dell’Aeroporto della Sicilia centro-meridionale, che continua a restare fuori dal Piano nazionale, ma che secondo l’Ordine degli Architetti di Agrigento potrebbe trovare nel 2026 un passaggio decisivo.
A fare il punto è Rino La Mendola, presidente dell’Ordine, che definisce l’anno appena trascorso «dal sapore dolce-amaro». Amaro perché, nonostante il lavoro svolto dal Libero Consorzio comunale di Agrigento, l’Enac non ha ancora espresso il parere definitivo necessario all’inserimento dello scalo nella programmazione nazionale.
«In una prima fase – spiega La Mendola – l’Enac aveva chiesto l’allungamento della pista e alcuni studi integrativi rilevanti, come quelli sulla sostenibilità economica e sulla compatibilità dell’infrastruttura con i venti che spirano nella piana di Licata. Il Libero Consorzio ha risposto prontamente presentando la documentazione richiesta. Con nostra sorpresa, però, anziché rilasciare il parere di competenza, l’Enac ha richiesto ulteriori studi di carattere economico, tecnico e ambientale, davvero eccessivi per una fase preliminare finalizzata esclusivamente all’inserimento dello scalo nel Piano nazionale».
Il lato “dolce” arriva, però, da un passaggio tutt’altro che secondario. «Nel motivare la richiesta di nuovi approfondimenti – sottolinea La Mendola – l’Enac ha finalmente riconosciuto l’idoneità dell’area della piana di Licata dal punto di vista anemometrico e plano-altimetrico, confermando quanto già emerso nei documenti redatti dal Libero Consorzio».
Ora l’attenzione si sposta sul 2026. Secondo l’Ordine degli Architetti, l’ente provinciale sarebbe pronto a trasmettere tutti gli ulteriori studi integrativi richiesti. «L’auspicio – aggiunge il presidente – è che non emergano nuove criticità e che il prossimo anno possa essere quello decisivo, con l’espressione del parere positivo dell’Enac, passaggio fondamentale verso la concreta realizzazione dell’infrastruttura».
Nel dibattito torna anche una proposta già avanzata in passato: quella di uno scalo satellite di Punta Raisi. «Alla luce degli studi richiesti sull’impatto dell’aeroporto sugli altri scali siciliani – conclude La Mendola – siamo sempre più convinti della necessità di puntare su un modello che preveda due poli amministrativi regionali. Lo scalo agrigentino, così come quello di Birgi, potrebbe alimentare il polo occidentale con riferimento a Punta Raisi, mentre Comiso potrebbe essere aggregato al polo orientale con Fontanarossa».
Una soluzione che, secondo l’Ordine, permetterebbe di superare le concorrenze territoriali, ridurre i costi di gestione e garantire una pianificazione dei voli più organica e coerente con le esigenze dell’intera Sicilia. Il 2025 va in archivio senza il risultato atteso, ma il 2026 viene indicato come l’anno della possibile svolta.
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