Adriano Vetro, il favarese di 49 anni, era capace di intendere e volere al momento dell’omicidio del cardiologo Gaetano Alaimo, ucciso a 62 anni con un colpo di pistola nel suo ambulatorio di via Bassanesi a Favara. Lo ha ribadito in aula il pool di specialisti chiamato a valutare l’eventuale sussistenza di un vizio di mente dell’imputato. In primo grado è stato condannato a 22 anni di reclusione, con il riconoscimento della piena capacità di intendere e volere.
La stessa conclusione è stata raggiunta dagli esperti Gaetano Vivona, direttore del dipartimento di salute mentale di Trapani; Felice Francesco Carabellese, ordinario di Psicopatologia Forense all’Università di Bari; e Lia Parente, psicologa forense. Di parere opposto la valutazione del consulente della difesa, lo psichiatra Leonardo Giordano, secondo cui Vetro sarebbe stato totalmente incapace di intendere e volere al momento dei fatti.
Il processo di secondo grado è in corso di svolgimento davanti ai giudici della Corte di assise di Appello di Palermo. Il prossimo 23 dicembre la parola passerà alla procura generale e alla parte civile per la discussione. Il 20 gennaio, invece, sarà la volta delle arringhe difensive. Il favarese risponde di omicidio aggravato e detenzione di arma clandestina. Il delitto risale al novembre del 2022. Il movente sarebbe legato al mancato rilascio di un certificato necessario per il rinnovo della patente di guida.

Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp
