AGRIGENTO – Il traliccio alto circa 30 metri comparso l’estate scorsa al Viale dei Pini, a San Leone, non sarà rimosso. Anzi, dopo la decisione del Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia, potrà essere completato e reso operativo.
Il TAR Sicilia ha stabilito che il traliccio di 30 metri installato al Viale dei Pini, a San Leone, è regolare.
La motivazione è chiara: l’autorizzazione si è formata automaticamente per silenzio-assenso, perché il parere negativo della Soprintendenza è arrivato oltre i termini previsti dalla legge. In altre parole, la società INWIT S.p.A., che ha realizzato l’impianto, ha seguito un iter amministrativo corretto e il Comune di Agrigento è intervenuto fuori tempo massimo. Di conseguenza, il Tribunale Amministrativo ha dato via libera al completamento dei lavori, sospendendo tutti i provvedimenti con cui l’amministrazione aveva ordinato il blocco e la rimozione della struttura.
Il traliccio era spuntato l’estate scorsa nel quartiere balneare, scatenando polemiche e proteste tra i residenti, preoccupati per l’impatto non solo visivo vicino le loro residenze. L’amministrazione comunale aveva parlato di intervento abusivo, ma la decisione del TAR ribalta completamente la situazione, riconoscendo la validità della procedura seguita da INWIT. Un dato, però, fa riflettere: la stessa prassi amministrativa è stata adottata per altre antenne installate in diverse zone della città, senza che nessuno abbia sollevato obiezioni o proteste. Solo nel caso di San Leone la vicenda è esplosa sui social e nelle cronache, forse per la maggiore visibilità del luogo o per la sensibilità legata al suo valore paesaggistico.
Adesso, con la sentenza del TAR, l’antenna potrà essere completata e messa in funzione.
Una decisione che riaccende il dibattito sull’equilibrio – sempre più difficile – tra tutela del paesaggio e sviluppo tecnologico, tra identità del territorio e modernità. Ma ciò che più fa riflettere è un altro aspetto: per altre antenne, uguali a questa, installate in diverse zone di Agrigento, nessuno ha mai mosso un dito. Nessun clamore, nessun intervento. Solo nel caso di San Leone la vicenda è diventata un caso cittadino, tra post sui social, esposti e dichiarazioni politiche. Ad Agrigento urge un piano antenne, strumento di cui la città è sprovvista.
⚖️ La motivazione del TAR Sicilia
Il TAR Sicilia – Sezione Quinta, con l’ordinanza n. 1780/2025, ha accolto il ricorso di INWIT S.p.A. stabilendo che l’autorizzazione per il traliccio di San Leone si è formata automaticamente per “silenzio-assenso”.
In sostanza, la società aveva presentato regolare richiesta di autorizzazione il 5 marzo 2025.
La legge (art. 44 del Codice delle comunicazioni elettroniche, d.lgs. 259/2003) prevede che, se entro 60 giorni non arriva un diniego formale da parte del Comune o della Soprintendenza, l’autorizzazione si considera concessa.
Nel caso di Agrigento, il parere contrario della Soprintendenza è arrivato oltre i termini, precisamente il 30 giugno 2025.
Di conseguenza – ha scritto il TAR – il titolo abilitativo si è legittimamente formato per decorso dei termini e ogni successivo atto di divieto o di demolizione è illegittimo, perché adottato fuori tempo massimo.
Il Tribunale aggiunge che gli impianti di telecomunicazione sono “opere di pubblica utilità e di urbanizzazione primaria”, fondamentali per il funzionamento delle reti mobili.
Per questo motivo, non possono essere trattati come normali edifici civili o industriali, né possono essere vietati in modo automatico per la sola presenza di vincoli paesaggistici: serve una valutazione caso per caso, concreta e motivata, che bilanci tutela del paesaggio e interesse pubblico alla connettività. Ad Agrigento urge un piano antenne, strumento di cui la città è sprovvista. Leggi anche: Miccichè contro l’antenna di San Leone, ma la battaglia è legale

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