Alla Festa del Cinema di Roma il regista agrigentino firma un’opera intima e poetica prodotta da Qoomoon con Rai Cinema
C’è un respiro che unisce generazioni, luoghi e memorie. È quello di “Sciatunostru”, il nuovo film di Leandro Picarella, presentato alla Festa del Cinema di Roma, un racconto di iniziazione e appartenenza che porta sul grande schermo l’anima più autentica di Linosa.
Prodotto da Qoomoon con Rai Cinema e con i produttori associati Angelisa Castronovo e Antonino Moscatt, il film intreccia le vite di Ettore e Giovannino, due bambini che si preparano a vivere il loro primo distacco. Un passaggio silenzioso, ma profondo, che diventa simbolo universale del crescere, del lasciare e del tornare.
“Frequento Linosa da tanti anni – racconta Picarella – e da tempo desideravo restituire la voce di questo luogo attraverso una storia semplice. ‘Sciatunostru’ nasce da un’esperienza diretta, dal desiderio di raccontare la verità di un’isola che vive di relazioni, di legami, di tempo sospeso”.
Girato interamente a Linosa, il film restituisce la forza poetica di un paesaggio che non è solo scenario, ma protagonista narrativo: il mare, le rocce, i silenzi e la luce diventano linguaggio emotivo, parte integrante della storia.
Il titolo, che in dialetto significa “il nostro fiato”, racchiude l’essenza del progetto: un respiro collettivo, una memoria condivisa che appartiene a chi l’isola la vive, la attraversa e la porta dentro di sé.
“Viviamo in un tempo di immagini rapide, dove si consuma più che si osserva – spiega ancora il regista – ma il cinema può e deve tornare a educare lo sguardo, insegnando a riconoscere la bellezza che si manifesta solo nella lentezza e nell’ascolto.”
Al fianco di Picarella, Pino Sorrentino, che ha condiviso il percorso creativo e la scrittura del film. “Con Leandro – racconta – lavoriamo su una materia viva, che evolve insieme alle persone e ai luoghi che incontriamo. Il nostro cinema non impone, ascolta.”
Con “Sciatunostru”, Picarella torna a riflettere sul senso dell’identità e sulla necessità di ritrovare un linguaggio collettivo, in grado di parlare al presente senza dimenticare le radici.
Un film che profuma di vento e sale, capace di restituire a Linosa – e a chi la guarda – il suo respiro più umano e universale.
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