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Home » Scuola » Caso Pilato, la scuola reagisce: “Giù le mani dalla nostra dirigente”

Caso Pilato, la scuola reagisce: “Giù le mani dalla nostra dirigente”

6 Ottobre 2025
in Scuola
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“Giù le mani dalla nostra dirigente”: il Liceo Leonardo difende Patrizia Pilato dopo le polemiche sullo sciopero per Gaza

Chissà se gli attacchi e le strumentalizzazioni sarebbero stati gli stessi se Patrizia Pilato non avesse un incarico politico nelle file della Democrazia Cristiana di Totò Cuffaro. Il dubbio è più che lecito, dopo la bufera scoppiata attorno alla dirigente del Liceo Scientifico Leonardo di Agrigento, finita al centro di un caso nazionale per aver applicato il regolamento scolastico in seguito alle assenze di massa del 3 ottobre, giornata di sciopero per Gaza e la Global Sumud Flotilla.

Tutto è iniziato quando 25 classi dell’istituto hanno aderito alla mobilitazione internazionale per la Palestina. La dirigente, come previsto dalle norme interne, ha registrato le assenze e chiesto agli studenti di presentarsi accompagnati dai genitori per il rientro a scuola. Un provvedimento che in poche ore si è trasformato in un caso politico, con accuse di “autoritarismo” e “clima repressivo” e la promessa di un’interrogazione parlamentare da parte della deputata dem Giovanna Iacono.

Ma la storia, come spesso accade, ha due versioni. E a difendere la preside è scesa in campo l’intera comunità scolastica del Liceo Leonardo, che in una lunga e accorata lettera ha voluto dire basta alla campagna mediatica e alle distorsioni dei fatti.
“Giù le mani dalla nostra dirigente”, scrivono docenti, genitori e studenti, esprimendo “profondo disappunto e vivo rammarico per la campagna ingiusta e offensiva che ha colpito la Dott.ssa Pilato”.

Nel documento, firmato dal Consiglio di Istituto e dalla Comunità educativa, si chiarisce che i provvedimenti contestati sono stati adottati “nel pieno rispetto del Regolamento d’Istituto, deliberato all’unanimità dal Collegio dei Docenti e dal Consiglio d’Istituto”. Nessuna scelta arbitraria, dunque, ma l’applicazione trasparente di regole condivise da tutti.

“Ribadiamo – si legge nella lettera – il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, sancito dall’articolo 21 della Costituzione, ma è doveroso chiarire che non esiste un diritto allo sciopero per gli studenti equiparabile a quello dei lavoratori; pertanto, l’assenza dalle lezioni configura un’inosservanza del dovere di frequenza.”

Un richiamo al rispetto delle regole, che nel clamore mediatico è stato trasformato in un caso politico. “Dispiace constatare – prosegue la lettera – come, ancora una volta, un atto educativo venga strumentalizzato e trasformato in terreno di scontro politico e mediatico”.

Il documento sottolinea anche l’identità del Liceo Leonardo come scuola “aperta, pluralista e dinamica”, da anni impegnata nella promozione dei diritti umani, della parità di genere e della cittadinanza attiva, con progetti e laboratori ideati e gestiti dagli stessi studenti.

“Parlare di autoritarismo o clima repressivo – scrivono ancora – vuol dire ignorare la realtà viva del nostro liceo e offendere il lavoro quotidiano di un corpo docente che opera con dedizione, competenza e passione per formare cittadini consapevoli.”

La lettera si chiude con un messaggio forte: “Ribadiamo la piena fiducia e solidarietà alla Dirigente Patrizia Pilato, professionista stimata che ha sempre guidato l’istituto con equilibrio, autorevolezza e spirito innovativo. Respingiamo con forza ogni tentativo di delegittimazione personale o istituzionale e condanniamo ogni forma di speculazione politica o mediatica”.

Dietro il clamore del caso, resta il tema più profondo: la scuola come spazio di formazione e responsabilità, non come campo di battaglia politica. E, soprattutto, il monito di una comunità scolastica che chiede rispetto per chi ogni giorno educa al pensiero critico e al dialogo.

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