Si sono avvalsi tutti della facoltà di non rispondere i primi sei indagati comparsi per l’interrogatorio di garanzia a margine delle udienze di convalida della nuova ordinanza di custodia cautelare emessa negli scorsi giorni nell’ambito dell’inchiesta sulle cosche mafiose di Agrigento/Villaseta e Porto Empedocle e su un traffico di sostanze stupefacenti. Si tratta di Salvatore Carlino, 35 anni, di Canicattì; Vincenzo Iacono, 48 anni, di Realmonte; Salvatore Lombardo, 37 anni, di Realmonte; Gaetano Licata, 42 anni, di Agrigento; Alessandro Trupia, 36 anni, di Agrigento. Tutti sono comparsi – da remoto – davanti il gip del tribunale di Palermo, Antonella Consiglio, avvalendosi della facoltà di non rispondere.
Ad esclusione di Carlino, indagato per detenzione ai fini di spaccio, ritenuto uno dei maggiori acquirenti del gruppo, tutti gli altri sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e alla detenzione di armi. In particolare a Gaetano Licata, considerato il vice capo della cosca di Villaseta, viene contestato il ruolo di promotore dell’associazione. Iacono e Lombardo, invece, sono considerati gli “armieri” del clan mentre Trupia avrebbe ricoperto il ruolo di capo piazza tra i pusher.
Scena muta anche da parte di Calogero Segretario, 30 anni, di Agrigento. L’indagato, difeso da Teresa Alba Raguccia, è stato posto ai domiciliari. L’accusa nei suoi confronti è detenzione ai fini di spaccio aggravata dall’aver agevolato Cosa nostra per aver acquistato cocaina dai fornitori di Villaseta. Il nuovo provvedimento è stato eseguito dai carabinieri del Comando provinciale di Agrigento e rappresenta la naturale prosecuzione dei blitz scattati tra dicembre e gennaio scorsi. In questa “costola” dell’inchiesta “madre” viene ipotizzata l’esistenza di una vera e proprio alleanza, dopo iniziali frizioni, tra il gruppo mafioso di Villaseta e quello di Porto Empedocle.
Un ruolo apicale lo avrebbe occupato James Burgio che, nonostante la sua ormai lunga detenzione, dalla cella avrebbe diretto un traffico di droga e dato indicazioni su attentati, giri di armi e altre dinamiche legate all’associazione. Gli altri indagati raggiunti dall’ordinanza: James Burgio, 33 anni; Pietro Capraro, 39 anni; Antonio Crapa, 54 anni; Stefano Fragapane, 33 anni; Agostino Marrali, 28 anni; Salvatore Prestia, 44 anni; Simone Sciortino, 23 anni, e Cristian Terrana, 32 anni. Sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzato al traffico di stupefacenti aggravato dal metodo mafioso, tentata estorsione, danneggiamento a seguito di incendio, porto e detenzione di arma sempre aggravati dal metodo mafioso.
Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp
