AGRIGENTO – Anche quest’anno immancabili polemiche fanno da contorno ai festeggiamenti in onore di San Calogero. Un’atmosfera di delusione e amarezza ha accompagnato la seconda domenica della festa di San Calogero, copatrono amatissimo della città di Agrigento. Tra le voci più critiche, quella dell’ex sindaco Calogero Sodano, da sempre devoto al Santo nero, che ha affidato alla stampa un duro sfogo: “Sono stato all’uscita del Santo alle ore 13. Uno spiegamento di forze dell’ordine incredibile. Chiuso l’atrio del santuario a tutti, portatori compresi, fino all’ultimo momento e tammurinara fuori. Non è più la nostra festa di San Calò e penso sia meglio cancellarla. È l’ultima domenica che faccio 50 kg di pane. Povera città”.
Le parole di Sodano hanno fatto rapidamente il giro della città, suscitando reazioni contrastanti tra i cittadini. C’è chi condivide il disappunto per una festa che, secondo molti, ha perso il suo spirito popolare, e chi invece difende le nuove misure adottate per garantire la sicurezza.
Va ricordato che quest’anno il santuario di San Calogero è stato inibito al pubblico a causa di lavori di restauro. Nonostante ciò, è stato comunque consentita l’uscita del feretro sia la prima che la seconda domenica, seppur con accessi limitati e sotto stretto controllo. Le nuove normative sulla sicurezza, sempre più stringenti, hanno imposto un’organizzazione diversa rispetto agli anni passati, con un forte presidio delle forze dell’ordine per garantire l’incolumità pubblica.
Non sono mancate le lamentele anche per lo spettacolo pirotecnico. Domenica scorsa i fuochi sono stati sparati dalla pista di pattinaggio di Villa Bonfiglio, troppo vicina alle abitazioni secondo molti residenti con qualche danno alle case vicine
Prontamente rimediato dall’intervento dei vigili del fuoco. Questa domenica, invece, saranno lanciati dallo stadio Esseneto, giudicato da altri troppo lontano dal Viale della Vittoria, centro nevralgico della festa.
La festa di San Calogero rappresenta da secoli un momento di profonda devozione e identità per Agrigento. Ma le parole di Sodano e il malcontento diffuso tra i fedeli sollevano interrogativi sul futuro della celebrazione. Come conciliare sicurezza, rispetto dei luoghi e tradizione popolare?
La città sembra divisa, ma una cosa è certa: San Calò continua a essere il simbolo di una fede che resiste, anche tra le difficoltà. E forse, proprio da questo momento di crisi, può nascere un nuovo dialogo tra istituzioni e cittadini per far sì che la festa mantenga il suo volto autentico.
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