I giudici del Tribunale del Riesame di Palermo – Antonia Pappalardo (presidente), Annalisa Tesoriere e Simona Di Maida – hanno annullato la competenza territoriale del Gip del Tribunale di Agrigento in relazione all’inchiesta sul giro di appalti pilotati e “truccati” dietro il pagamento di mazzette. Il Riesame ha dichiarato “l’incompetenza territoriale del Gip di Agrigento in favore del Gip del Tribunale di Palermo, disponendo la trasmissione degli atti ai magistrati di Agrigento per le determinazioni di competenza”.
Adesso sarà il Gip di Palermo a occuparsi dell’intera vicenda giudiziaria, con 20 giorni di tempo dalla ricezione degli atti per adottare eventuali nuove misure ed evitare la decadenza dei provvedimenti già adottati.
Il provvedimento è stato emesso nell’ambito del ricorso presentato dall’avvocato Maria Alba Nicotra, difensore dell’imprenditore Luigi Sutera Sardo, 58 anni, di Favara, arrestato il 18 maggio scorso e attualmente agli arresti domiciliari. Il Riesame ha in parte accolto i ricorsi presentati da altri indagati colpiti da misure cautelari, annullando diverse ipotesi di reato a carico dei membri della famiglia favarese Caramazza (inizialmente arrestati la madre, il fratello e la sorella).
Nei confronti di Carmela Moscato, 65 anni, madre dell’imprenditore Diego Dino Caramazza, 44 anni, e di Federica Caramazza, 36 anni, sono stati annullati gli episodi di corruzione e turbata libertà degli incanti legati al presunto appalto pilotato della strada provinciale 19 Salaparuta – Santa Margherita Belice.
Il Riesame ha inoltre annullato per mancanza di gravi indizi di colpevolezza la ricettazione dei 181 mila euro trovati nella casa della Moscato, disponendo la revoca della misura cautelare con immediata restituzione della libertà. La figlia, invece, è sottoposta all’obbligo di dimora nel comune di residenza.
Per Dino e Federica Caramazza, così come per Luigi Sutera Sardo, è stata annullata l’accusa di corruzione dell’ex dirigente dell’Utc di Licata, Sebastiano Alesci, 65 anni, al quale avrebbero consegnato 25 mila euro ed eseguito lavori edili nella sua tenuta di campagna. Anche per questa ipotesi di reato è stata dichiarata l’incompetenza del Gip di Agrigento, con il trasferimento del fascicolo al Tribunale di Palermo.
L’inchiesta della Procura della Repubblica di Agrigento, guidata dal procuratore Giovanni Di Leo, ha scoperchiato un sistema di corruzione diffuso per truccare gli appalti pubblici in favore di imprese compiacenti, in cambio di tangenti. Le indagini sono condotte dalla Squadra Mobile di Agrigento.
Tra i numerosi indagati figurano anche l’ex assessore regionale e attuale deputato Roberto Di Mauro e Giuseppe Capizzi, 38 anni, imprenditore e sindaco di Maletto.
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