I pubblici ministeri della Dda di Palermo, Claudio Camilleri, Francesca Dessì e Maria Pia Ticino, a conclusione della requisitoria, hanno chiesto la condanna di 4 imputati, nell’ambito del processo, in corso di svolgimento con il rito abbreviato, scaturito dall’inchiesta che lo scorso luglio ha fatto luce sulla riorganizzazione della famiglia mafiosa di Sciacca, ma anche sui rapporti con politica e imprenditoria del territorio agrigentino.
Venti anni di reclusione sono stati proposti per Domenico Friscia, 61 anni; 13 anni per Giuseppe Marciante, entrambi accusati di associazione mafiosa; 8 anni è la richiesta di pena per l’ex consigliere comunale di Sciacca Vittorio Di Natale, 50 anni, accusato di scambio elettorale politico mafioso insieme a Rosario Catanzaro, 65 anni, la cui richiesta di condanna è di 6 anni e 8 mesi.
La famiglia mafiosa di Sciacca avrebbe tentato di condizionare l’andamento delle elezioni nel 2022. Il boss Friscia avrebbe incontrato Di Natale, un tempo in Forza Italia con cui provò ad entrare all’Ars, per poi candidarsi con la lista Onda al consiglio comunale. Ottenne 305 voti ma non fu eletto. A siglare l’accordo, secondo l’accusa, fu Rosario Catanzaro.
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