La Prefettura di Agrigento si distingue a livello nazionale per aver elaborato le Procedure operative standard destinate alla presa in carico dei migranti vulnerabili, dalla fase di sbarco fino al loro inserimento nel sistema di protezione e accoglienza. Questo approccio, definito il “Modello Agrigento”, è frutto di oltre un anno di lavoro coordinato con Euaa, Unhcr, Unicef e Save the Children, sotto la guida del Prefetto Salvatore Caccamo.
Il progetto coinvolge tutti gli attori istituzionali, con il viceprefetto Gabriele Barbaro a coordinare le interlocuzioni con rappresentanti di varie organizzazioni internazionali e nazionali. L’obiettivo è garantire un monitoraggio efficace della vulnerabilità dei migranti, evitando che vengano “persi” nel territorio e assicurando loro un adeguato supporto.
Le misure adottate rientrano nel quadro delle direttive ministeriali, che a fine 2023 hanno individuato Agrigento tra le prefetture pilota per la gestione dei casi di vulnerabilità. Tra i criteri di attenzione figurano problematiche sanitarie, psichiche e psicologiche, ma anche la tutela delle vittime di tratta, minori non accompagnati, donne e lavoratori sfruttati.
A supporto dell’iniziativa, il viceprefetto Barbaro ha avviato riunioni operative con tutte le istituzioni coinvolte: dall’ente antitratta agli uffici immigrazione, passando per la Questura, la Capitaneria di Porto, la Guardia di Finanza e gli enti gestori dell’hotspot di Porto Empedocle.
L’esperienza agrigentina si candida dunque a diventare un modello nazionale, in un momento in cui la gestione dell’accoglienza si pone tra le sfide più rilevanti per il sistema istituzionale italiano.
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