La Capitale Italiana della Cultura 2025 controcorrente rispetto al resto della Sicilia. Assente dalla lista delle località balneari a misura di bambino premiate dai pediatri
AGRIGENTO – Mentre la Sicilia si conferma la seconda regione italiana per numero di Bandiere Verdi, il litorale agrigentino – cuore della Capitale Italiana della Cultura 2025 – resta clamorosamente assente. Nessuna spiaggia tra San Leone, Cannatello, Maddalusa, Punta Bianca o Scala dei Turchi compare nella lista delle località premiate dai pediatri per essere a misura di bambino. Un’assenza che fa rumore, soprattutto in un territorio che punta alla valorizzazione turistica e culturale.
L’unica eccezione nell’intera provincia è Menfi, già Bandiera Blu e ora confermata anche come Bandiera Verde, ma distante decine di chilometri dal capoluogo e di fatto isolata dal sistema costiero agrigentino.
Anche nell’edizione 2025, la Sicilia si piazza al secondo posto con 18 località premiate, dietro solo alla Calabria (21), seguita dalla Sardegna (16). Ma nessuna new entry e nessuna uscita: l’elenco delle località premiate resta immutato, segno che alcuni territori faticano ad aggiornarsi o migliorare.
Le Bandiere Verdi, assegnate ogni anno da un comitato di 126 pediatri, rappresentano un riferimento per le famiglie nella scelta delle mete estive ideali per i più piccoli. I requisiti sono chiari: sabbia fine, ampi spazi tra gli ombrelloni per giocare, mare basso e sicuro, presenza di assistenti alla balneazione, aree gioco attrezzate, ma anche servizi utili per le famiglie come ristoranti, bar, negozi e strutture sportive.
Tra le località siciliane premiate: Cefalù, Mondello, Giardini Naxos, Marina di Ragusa, Pozzallo, Scoglitti, Santa Maria del Focallo, Tonnarella, San Vito Lo Capo, Sampieri, solo per citarne alcune. Località che offrono qualità dei servizi, sicurezza e accoglienza family-friendly.
Il riconoscimento è assegnato anche sulla base di dati ufficiali come le ordinanze sindacali e i rilevamenti delle Arpa regionali, a conferma della qualità delle acque e dell’idoneità alla balneazione.
Nel frattempo, il paradosso agrigentino resta: una Capitale della Cultura senza spiagge premiate per i bambini, in un tratto di costa lungo, suggestivo, ma spesso privo dei servizi minimi richiesti. Una riflessione che chiama in causa amministratori, operatori turistici e comunità locali.
Perché non basta avere il mare. Serve una visione, e soprattutto cura, se si vuole davvero diventare una destinazione per famiglie, bambini e viaggiatori attenti.
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