È stato rimesso in libertà l’ingegnere Sebastiano Alesci, 65 anni, dirigente dell’Ufficio tecnico comunale di Licata, arrestato nei giorni scorsi nell’ambito dell’inchiesta su un presunto sistema di appalti pilotati nell’Agrigentino. La decisione è stata presa dal procuratore capo di Gela, Salvatore Vella, che ha ritenuto di non richiedere la convalida dell’arresto, evidenziando la mancanza degli elementi di necessaria flagranza di reato.
Il procedimento è stato trattato dal Tribunale di Gela, competente per territorio, in quanto l’abitazione di campagna di Alesci, dove è stato eseguito l’arresto, ricade nel comune di Butera. È stata disposta l’immediata scarcerazionedell’indagato e la trasmissione degli atti alla Procura di Agrigento, che coordina l’inchiesta.
Alesci era stato arrestato mercoledì insieme ad altre quattro persone dalla Squadra Mobile di Agrigento, nell’ambito di un’indagine che coinvolge complessivamente 13 indagati. I soggetti avevano ricevuto decreti di perquisizione firmati dal procuratore agrigentino Giovanni Di Leo.
Secondo l’accusa, Alesci sarebbe stato uno dei principali organizzatori del sistema corruttivo, operando insieme a un altro soggetto tuttora indicato con la dicitura “omissis”. Durante le perquisizioni sarebbero stati sequestrati oltre 300mila euro, di cui 17.500 euro rinvenuti proprio nella disponibilità di Alesci. Secondo gli inquirenti, si tratterebbe di proventi legati a tangenti, elemento che aveva portato inizialmente alla contestazione della flagranza di reato. Ora spetterà alla Procura di Agrigento valutare ulteriormente il materiale raccolto e decidere i prossimi passi dell’indagine.
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