L’inizio ufficiale della stagione balneare è fissato per il 1° maggio 2025, mentre la conclusione è prevista per il 31 ottobre 2025. È stato diffuso dal Comune l’elenco aggiornato dei divieti di balneazione nel lido di Agrigento. Si tratta di provvedimenti ufficiali che stabiliscono l’interdizione, totale o temporanea, della possibilità di fare il bagno in determinati tratti di mare o di costa. Misure adottate a tutela della salute pubblica e dell’ambiente marino, spesso legate alla qualità delle acque, alla presenza di fonti inquinanti oppure a rischi geologici o strutturali. Le categorie previste sono cinque: inquinamento permanente, motivi industriali o portuali, inquinamento temporaneo, immissioni idriche e motivi di sicurezza ambientale. Di seguito, una panoramica completa.
Alla foce del fiume Akragas, un tratto di 500 metri risulta interdetto, 200 metri a destra e 300 metri a sinistra rispetto alla foce, con direzione nord-ovest.
Alla foce del fiume Naro, un tratto di 400 metri è considerato non idoneo alla balneazione, distribuito simmetricamente sui due lati della foce.
Entrambi i tratti presentano valori microbiologici oltre i limiti di legge, rendendo necessaria l’interdizione costante.
Si tratta di divieti di balneazione che non dipendono dalla qualità dell’acqua, ma dalla presenza di infrastrutture portuali o industriali.
Esistono anche tratti classificati come temporaneamente non balneabili, ovvero soggetti a monitoraggio per situazioni critiche contingenti. Rientrano in questa categoria
la zona presso Mare Nostrum – condotta premente, dove un tratto di 250 metri è stato interdetto per la presenza di uno scarico sospetto. Le analisi sono in corso e, in base agli esiti, il divieto potrebbe essere revocato o prorogato.
In particolare, tornano le segnalazioni per le foci dell’Akragas e del Naro, che coincidono con quelle già vietate per inquinamento. In questi punti la concentrazione di agenti contaminanti risulta frequentemente sopra soglia, rendendo la balneazione rischiosa.
Alcuni tratti di costa vengono interdetti per motivi di sicurezza legati alla morfologia del territorio, come frane, crolli o instabilità geologica.
Tra le zone segnalate figurano:
Il costone della località Caos, con un tratto lungo 1900 metri.
La zona di Drasy, con un divieto esteso per 3 chilometri.
L’area Ex Oceano Mare – San Leone.
La spiaggia delle Dune, con un tratto di circa 150 metri interdetto.
Si tratta di misure preventive fondamentali per evitare incidenti e garantire la sicurezza dei frequentatori delle spiagge.
Il mancato rispetto dei divieti può comportare sanzioni amministrative e, nei casi più gravi, conseguenze sanitarie anche serie. La raccomandazione è di informarsi sempre prima di accedere a zone costiere, soprattutto in presenza di cartelli o barriere segnaletiche.
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