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Home » Cultura » Il paradosso di Agrigento Capitale della Cultura: il caso della libreria Il Mercante di Libri

Il paradosso di Agrigento Capitale della Cultura: il caso della libreria Il Mercante di Libri

Elio Di Bella Di Elio Di Bella
20 Marzo 2025
in Cultura
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La proclamazione di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025 avrebbe dovuto rappresentare un’opportunità per l’intera comunità culturale locale. Tuttavia, il post pubblicato su Facebook da Alessandro Accurso Tagano, libraio e operatore culturale della città, ha acceso un dibattito sulla gestione degli eventi e sull’effettivo coinvolgimento degli attori culturali del territorio.
Nel suo post, Accurso Tagano, proprietario della libreria Il Mercante di Libri, in via Atenea, ha condiviso una riflessione sulle numerose chiamate ricevute da uffici stampa, autori e giornalisti desiderosi di organizzare presentazioni di libri ad Agrigento. Il filo conduttore delle richieste è sempre lo stesso: “Visto che siete Capitale Italiana della Cultura, possiamo presentare il libro di…?”

La risposta del libraio, però, è lapidaria: la libreria non è stata coinvolta nella programmazione ufficiale della Fondazione Agrigento 2025, l’ente che gestisce l’organizzazione degli eventi legati alla Capitale della Cultura. Nessuna possibilità, dunque, di inserire presentazioni letterarie né nei festival ufficiali né in eventi singoli.
La Fondazione Agrigento 2025 è l’ente preposto alla gestione e alla programmazione degli eventi per l’anno della Capitale Italiana della Cultura. Come accade per ogni città vincitrice di questo titolo, l’organizzazione degli eventi è demandata a una struttura specifica, che si occupa di selezionare le iniziative e stabilire le modalità di partecipazione.

Tuttavia, la denuncia di Accurso Tagano mette in evidenza una certa chiusura nei confronti delle realtà culturali locali. La libreria, che rappresenta uno degli spazi letterari più attivi della città, non è stata coinvolta nella programmazione, sollevando interrogativi sulla strategia adottata dalla Fondazione per la promozione del territorio.
Cultura per tutti o per pochi?
Il post di Accurso Tagano è parte di un dibattito acceso tra operatori culturali e cittadini. Molti si chiedono se la nomina di Agrigento a Capitale della Cultura sia davvero un’opportunità per tutti o se, al contrario, sia stata strutturata per coinvolgere solo alcune realtà selezionate. Una denuncia che arriva anche dall’Osservatorio Agrigento Capitale della Cultura che in recenti incontri a cui hanno partecipato esponenti di associazioni, enti, fondazioni culturali agrigentine, ha segnalato che persino lo Statuto della Fondazione contempla la possibilità di un’ampia partecipazione delle realtà culturali agrigentina al programma di Agrigento Capitale della Cultura 2025.

La cultura dovrebbe essere un elemento inclusivo, capace di valorizzare chi opera sul territorio da anni. La decisione di escludere alcune realtà, come una libreria indipendente che promuove la lettura e ospita eventi culturali, appare contraddittoria rispetto agli obiettivi di una Capitale della Cultura, che dovrebbe stimolare la partecipazione e il coinvolgimento della comunità locale.

Agrigento, con il suo patrimonio archeologico e storico di inestimabile valore, ha ottenuto il titolo di Capitale della Cultura per il 2025 grazie a un progetto ambizioso. Tuttavia, il rischio è che questa opportunità si trasformi in un evento calato dall’alto, senza un vero impatto sul tessuto culturale cittadino.

Se gli operatori locali non vengono coinvolti, il rischio è che l’iniziativa diventi una vetrina per grandi eventi e nomi altisonanti, ma senza un’eredità duratura per la città. La denuncia di Accurso Tagano, in questo senso, rappresenta un campanello d’allarme: Agrigento Capitale della Cultura deve essere una celebrazione della cultura diffusa e partecipata, non un evento riservato a pochi.

Il caso sollevato dalla libreria Il Mercante di Libri apre una riflessione più ampia sulla gestione di Agrigento Capitale della Cultura in Italia. Se il coinvolgimento delle realtà culturali locali non è garantito, il rischio è che queste iniziative diventino operazioni di immagine, senza un reale impatto sulle comunità che dovrebbero beneficiare di tali riconoscimenti.

Agrigento ha ancora tempo per correggere il tiro e trasformare il 2025 in un anno di vera partecipazione culturale. Il confronto tra istituzioni e operatori culturali locali potrebbe essere la chiave per evitare che la Capitale della Cultura si riduca a un’occasione sprecata.

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Tags: agrigentoagrigento capitale della cultura
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