“ la grande ambizione” ovvero quella di portare il partito comunista al governo della nazione. Il film di Andrea Segre, grazie anche al contributo di splendide immagini d’epoca, ricostruisce gli anni cruciali della politica italiana, anni in cui si preparava la svolta di governo con il tentativo di affiancare ad una democrazia cristiana logorata da trent’anni di potere ma ancora forte alle urne, il più forte partito comunista del mondo occidentale. Una svolta destinata al fallimento per la ferma opposizione intanto della superpotenza statunitense che voleva conservare ancora il controllo totale delle nostre politiche; per la resistenza del potere democristiano che pensava di avere ancora in pugno la popolazione come evidenziato dal velleitario tentativo di abolire la legge sul divorzio ed infine dallo stesso popolo della sinistra che non accetto’ di venire a patti con il nemico al potere e non si fido’ della strategia elaborata da due giganti della storia politica come Aldo Moro ed Enrico Berlinguer. La narrazione parte dalla svolta autoritaria cilena che convince Berlinguer della necessità di una via democratica al socialismo, passa per l’attentato subito a Sofia che per volontà dello stesso leader venne tenuto segreto e ripercorre alcuni momenti drammatici degli anni di piombo con la tragica conclusione del ritrovamento del cadavere di Moro in via Caetani (“ ce l’hanno fatto ritrovare sotto”). I momenti più belli sono quelli descritti nella vita familiare di Berlinguer con il tentativo dell’uomo politico di dialogare con i ragazzi in un momento complesso di rivolta giovanile ed il tentativo di rassicurare la moglie che ha sposato un grigio funzionario di partito e si ritrova un importante segretario di partito, e poi gli incontri segreti tra i due statisti che elaborano con grande difficoltà e tra la diffidenza generale il compromesso storico. Il solito gigantesco Elio Germano, attorniato da buoni comprimari, interpreta il politico con grande aderenza fisica evidenziando la sua profonda umanità che lo ho reso il politico più amato da più generazioni di italiani e leader di partito apprezzato anche oltre la sinistra che ha guidato con raro acume ed impareggiabile lucidità fino alla sua prematura scomparsa avvenuta durante un comizio nel 1984. La conclusione è naturalmente affidata alle immagini toccanti del funerale con una nazione intera che rende omaggio al suo feretro ed, emozione dentro l’emozione, i grandi attori e registi del cinema italiano a tributare un picchetto d’onore nella camera ardente. (Maurizio Arena)
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