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Home » Politica » Centrodestra annulla le elezioni provinciali: rinvio al 2025 con prospettiva di voto diretto

Centrodestra annulla le elezioni provinciali: rinvio al 2025 con prospettiva di voto diretto

31 Ottobre 2024
in Politica, dalla provincia
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Le elezioni Provinciali di secondo livello previste per il prossimo 15 dicembre sono state annullate. Con 28 voti favorevoli e 22 contrari, la maggioranza di centrodestra ha approvato un emendamento – firmato dai capigruppo e incluso nella legge di riforma urbanistica – che stabilisce un rinvio delle elezioni a una domenica tra il 6 e il 27 aprile 2025. Al momento del voto, l’opposizione, contraria all’annullamento, ha esposto in Sala d’Ercole dei cartelli con la scritta “Vergogna”.

Questo rinvio potrebbe segnare un punto di svolta: entro la primavera, infatti, dovrebbe essere approvata la legge per il ripristino dell’elezione diretta dei rappresentanti provinciali, consentendo a tutti i cittadini aventi diritto di votare, anziché limitare la scelta ai consiglieri comunali e ai sindaci, come sarebbe stato a dicembre. Il testo relativo è stato già approvato dalla commissione Affari istituzionali presieduta da Ignazio Abbate e ora passa al vaglio della commissione Bilancio.

La reazione dell’opposizione: accuse e proteste

Il capogruppo del Partito Democratico, l’agrigentino Michele Catanzaro, ha criticato l’emendamento, definendolo uno “scandalo” e una “presa in giro per i cittadini e le istituzioni,” aggiungendo: “Le elezioni nelle ex Province sono ormai la tela di Penelope del centrodestra: di giorno le indicono, di notte le rinviano.” Dello stesso avviso è Antonio De Luca del Movimento 5 Stelle, che ha parlato di una “ennesima proroga dei commissari delle ex Province” e ha accusato il centrodestra di mettere l’“egoismo” sopra “gli interessi dei siciliani e la decenza,” sostenendo che le fratture interne alla maggioranza ostacolino qualsiasi decisione.

Anche Ismaele La Vardera, ex Iena e recentemente fuoriuscito da “Sud chiama Nord” di Cateno De Luca, ha evidenziato che l’elezione indiretta sia stata bloccata per timore che i sindaci non obbediscano agli ordini di scuderia. Durante il dibattito in Assemblea ha affermato: “E’ evidente che questo Governo non è in grado di gestire i propri sindaci. Non riesce a dare indicazioni. Temete forse che le direttive date non siano rispettate?”

La difesa della maggioranza

Il presidente della commissione Affari istituzionali, Ignazio Abbate, ha risposto in aula sostenendo l’importanza dell’elezione diretta: “Devono essere i cittadini a decidere i propri rappresentanti nelle Province. E lo dice chi i numeri in provincia di Ragusa li può dimostrare. Penso che sia importante dare la chance di votare ai cittadini. Anche perché questo è un punto importante del programma di governo del presidente Schifani.”

La decisione di rinviare le elezioni aggiunge un ulteriore capitolo alla complessa vicenda del governo regionale sulle ex Province, mantenendo aperto il dibattito sull’opportunità di restituire ai cittadini il potere decisionale in tema di governance locale.

Falcone (FI-PPE): “Rinvio elezioni è incostituzionale, giochi di palazzo non fanno interessi dei siciliani”

A commentare la decisione è intervenuto anche l’eurodeputato di Forza Italia Marco Falcone, che ha affermato: “Avevamo detto che il tentativo di ripristinare subito l’elezione diretta delle ex Province sarebbe stato solo una tattica dilatoria, e così è stato. Oggi abbiamo una nuova conferma: il rinvio delle elezioni provinciali in Sicilia è una prassi incostituzionale.” Falcone ha richiamato l’attenzione sulla sentenza 172 della Corte Costituzionale, che ha ribadito l’illegittimità del rinvio, sottolineando che “il balletto normativo non sta facendo gli interessi dei siciliani che ci chiedono di rimettere in piedi le Province affinché tornino a occuparsi di strade provinciali, scuole, welfare e tanto altro.”

L’eurodeputato ha concluso affermando che “l’elezione diretta nelle ex Province rimane il nostro faro” e ha auspicato che a Palermo prevalga “il senso di responsabilità,” affinché il territorio venga governato senza dover ricorrere a ulteriori giochi di palazzo.

La decisione di rinviare le elezioni aggiunge un ulteriore capitolo alla complessa vicenda del governo regionale sulle ex Province, mantenendo aperto il dibattito sull’opportunità di restituire ai cittadini il potere decisionale in tema di governance locale.

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