Incontri e contatti con Messina Denaro: 5 arresti nell’Agrigentino. Il questore si complimenta con gli agenti della polizia di stato
In un’operazione che ha visto la collaborazione di diversi reparti della Polizia di Stato, sono stati arrestati cinque individui nell’Agrigentino con l’accusa di avere avuto incontri e contatti con il noto latitante Matteo Messina Denaro. Il questore ha espresso il suo personale apprezzamento per l’operato degli agenti coinvolti.
Le indagini, che hanno portato a questi arresti, si sono basate su una serie di elementi e indicazioni raccolti nel tempo, tra cui le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Antonino Giuffrè e Maurizio Di Gati. Quest’ultimo ha identificato in Pietro Campo uno degli intermediari nella catena di comunicazione riservata dei “pizzini” nell’area agrigentina.
Ulteriori dettagli sono emersi dai “pizzini” trovati nel rifugio di Bernardo Provenzano, che hanno rivelato l’interesse di Messina Denaro a mantenere rapporti con la Cosa nostra agrigentina, segnalando che tra il 2005 e il 2006, i contatti con l’organizzazione criminale erano gestiti da “121”, pseudonimo di Filippo Guttadauro, e dal “PROF”, pseudonimo di Leo Sutera.
L’attività investigativa, avviata nel 2009, ha permesso di confermare l’esistenza di rapporti stretti e significativi tra Pietro Campo e figure di spicco della Cosa nostra trapanese, in particolare con il gruppo di Castelvetrano. In questo contesto, il capo della famiglia mafiosa di Santa Margherita di Belice ha anche creato legami di parentela con individui legati alla criminalità organizzata di Castelvetrano.
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