Un negoziatore cinquantenne dei Carabinieri di Agrigento ha evitato l’irruzione degli uomini dell’Api, riuscendo a far arrendere Daniele Alba, accusato di triplice tentato omicidio a Cianciana.
Sono state necessarie oltre cinque ore di serrate trattative al telefono. Cinque ore drammatiche che hanno visto protagonista il negoziatore dell’Arma dei Carabinieri di Agrigento, un luogotenente cinquantenne che preferisce rimanere nell’anonimato, e Daniele Alba, il meccanico barricatosi in casa, a Cianciana, accusato di triplice tentato omicidio.
L’intervento del carabiniere negoziatore “è stato determinante” – ha spiegato il comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri di Agrigento, che ha coordinato l’operazione, il colonello Nicola De Tullio – determinante per evitare l’entrata in azione degli uomini dell’Api, l’Aliquota di primo intervento, già sul posto e pronta per l’irruzione nella palazzina di piazza Puccini.
Alba è rimasto barricato sino a quando il negoziatore è riuscito ad instaurare un dialogo con lui, convincendolo a desistere e inducendolo poi alla resa. Lo specialista in negoziati, in servizio al Reparto Operativo, persona matura e pacata, formata sotto tutti i profili, proprio per potere intervenire nelle trattative ad alto rischio, per quella specializzazione in passato aveva seguito corsi preparatori ad hoc, maturando esperienze in diversi altri episodi accaduti anche fuori dalla Sicilia. E’ lui che, con la voce calda e famigliare, parlando un italiano senza particolari inflessioni dialettali, sempre comprensivo ma in certi momenti anche risoluto, al telefono ha saputo sbloccare la situazione, convincendo il meccanico a non compiere atti di autolesionismo dato che si trovava in uno stato di forte agitazione. L’obiettivo del negoziatore era quello di creare una sorta di legame con il soggetto in crisi, per aiutarlo a gestire quei momenti senza aggravare la situazione. Lo specialista dell’Arma poco per volta si era accorto che il tono della voce del meccanico andava cambiando, come rotto dalla commozione, intuendo che forse l’uomo stava ormai per cedere. Il militare sentiva la voce di una persona ormai esausta, scossa, consapevole di non potere andare oltre. Convinto a non peggiorare una situazione di per sé già gravissima, il meccanico ha poi finito con l’arrendersi, uscendo in strada e consegnandosi agli uomini dell’Arma che dopo le formalità di rito l’hanno accompagnato al carcere di Sciacca.
LORENZO ROSSO
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