Ha scelto la strada del silenzio anche Francesco Caramazza, il cinquantunenne di Favara arrestato la scorsa settimana nell’operazione antimafia che ha smantellato il mandamento mafioso di Burgio e Lucca Sicula. L’indagato, fermato dai carabinieri a Reggio Calabria, è comparso davanti il gip Irene Giani per l’interrogatorio di garanzia. Si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’uomo è difeso dall’avvocato Salvatore Virgone.
Caramazza è accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso e, in particolare, di essere un uomo d’onore della famiglia mafiosa di Favara. Secondo l’accusa, il favarese avrebbe avuto un ruolo decisivo nelle ingerenze del mandamento mafioso di Lucca Sicula nell’appalto per il completamente della rete fognaria di Ribera ma anche nei lavori urgenti per la riparazione della strada di collegamento Bivio Imperatore- Ponte Pedano.
Il primo a comparire davanti il gip Giuseppa Zampino, delegata dal giudice del tribunale di Palermo Filippo Serio, era stato Salvatore Imbornone, 64 anni, ritenuto il capo del mandamento. L’uomo, difeso dall’avvocato Vincenzo Castellano, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Stessa strategia anche per Alberto Provenzano, 59 anni, ritenuto uomo d’onore della famiglia di Lucca Sicula. Ha parlato, invece, Antonio Perricone, 53 anni, di Lucca Sicula. L’indagato, difeso dall’avvocato Giovanni Vaccaro che ha respinto le accuse parlando di incontri occasionali.
Si terranno invece domani gli interrogatori di Giovanni Derelitto, 74 anni, ritenuto a capo della famiglia mafiosa di Burgio, e di Giuseppe Maurello, 54 anni, di Lucca Sicula, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Il primo è difeso dall’avvocato Vincenzo Castellano mentre il secondo dall’avvocato Giovanni Vaccaro. L’ultimo a comparire davanti il gip sarà il consigliere comunale di Lucca Sicula Gabriele Mirabella, 38 anni.
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