Come si legge in una nota stampa diffusa dalla Tua, riguardante le recenti ordinanze di rinvio alla Corte di appello di Palermo, sezione Lavoro, riguardo ai licenziamenti di autisti da parte della TUA S.r.l., società di trasporto urbano ad Agrigento, la Suprema Corte di Cassazione non ha smentito i gravi reati di truffa e interruzione di pubblico servizio commessi dagli autisti, ma ha rilevato che, secondo un nuovo orientamento applicato a tutti i giudizi delle aziende di trasporto pubblico di linea in Italia, i licenziamenti sarebbero stati viziati nella procedura.
La vicenda risale al 2017, quando la TUA S.r.l. denunciò condotte illecite da parte degli autisti, tra cui la vendita di titoli di viaggio non autorizzati e l’appropriazione di denaro dalla vendita dei biglietti. Nel 2017, la TUA procedette al licenziamento e alla denuncia alla Procura della Repubblica di Agrigento. Nel 2020, gli autisti furono indagati e successivamente rinviati a giudizio.
In sede di Tribunale del lavoro, gli autisti furono reintegrati, ma la Corte di Appello di Palermo confermò il licenziamento di sette lavoratori. La Corte aveva evidenziato la gravità delle condotte e la legittimità dei controlli effettuati dall’azienda tramite un’agenzia investigativa. Tuttavia, la Suprema Corte di Cassazione ha ora limitato le sue considerazioni al profilo procedurale del Regio Decreto 148 del 1931.
La società esprime piena fiducia nella magistratura e nei suoi legali, mentre la Corte palermitana dovrà pronunciarsi nuovamente esclusivamente sulla procedura del Regio Decreto 148 del 1931.
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