Lavorare tutti insieme per dare vita ad un regolamento sulla movida che rispetti educazione, equilibrio e responsabilità. Potrebbe riassumersi così l’intervento del prefetto di Agrigento, Filippo Romano, durante la presentazione, al museo Griffo di Agrigento, di “Bevi Responsabilmente”, il progetto nato nel 2021 dall’intesa tra Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana Pubblici Esercizi, e l’Associazione Nazionale Magistrati, per diffondere la cultura del divertimento sano e responsabile.
Sulla movida bisogna stare attenti, affrontarla è difficile nell’agrigentino come altrove e “il problema – ha detto il prefetto Romano- non riguarda solo i giovani, io cercherei di alzare un po’ lo sguardo. Parlando di alcol e giovani si toccano con mano la duplicità di certi temi, i ragazzi sono il futuro, sono meravigliosi ma noi anziani li vediamo come alieni che fanno cose che non amiamo. La stessa cosa per l’alcol, cosa sarebbe la civiltà europea senza il vino? E quanta creatività c’è dietro il lavoro del Barban che produce nuove sperimentazione , nuovi aromi. Ma alcol, insieme a sostanze stupefacenti, può diventare veicolo di violenza. Se per movida intendiamo la presenza del commercio non si può definire una cosa negativa, sono temi complessi, non esistono soluzioni semplici. La luce accesa di un’attività commerciale è un posto sicuro.” Il prefetto di Agrigento punta sul regolamento, un modo per disciplinare il fenomeno della movida , non tramite ordinanze, che hanno per definizione una natura solo temporanea. “Abbiamo detto, non solo al comune di Agrigento- ha detto ancora il prefetto-che ci vuole un regolamento perché non si può andare avanti ad ordinanze perché questa è affidata alla sola persona del sindaco, è un provvedimento che vale per una volta sola o per un periodo che deve avere ad oggetto una situazione non ripetibile, invece, il regolamento passa per un consiglio e , quindi, può essere occasione di un confronto. Se siamo in tanti a ragionare su un tema così complesso, possiamo portare le istanze su un tavolo e vedere che cosa farne. Apriamo il confronto, il regolamento ad Agrigento c’è, adesso discutiamolo. Va modificato, lo dico io che l’ho scritto insieme con loro, perché abbiamo posto degli orari in maniera grossolana. Non si può indicare un orario unico per tutte le attività perché ci sono le differenze”. E, poi, arriva l’invito alle istituzioni, associazioni e a tutti gli operatori della movida “ad un tavolo di confronto per ragionare tutti insieme e discutere nell’interesse di chi opera nella movida. Dobbiamo modificare le cose per gestirle insieme, altrimenti non ne usciamo”.
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