Nella sede provinciale di Agrigento, durante gli scambi di auguri tra associati, la presenza del presidente Giuseppe Caruana e del direttore Antonio Giardina ha evidenziato un’interessante prospettiva: i regali di Natale in Sicilia stanno vivendo un aumento significativo rispetto al 2022.
Secondo l’indagine condotta da Confcommercio-Format sui consumi festivi, la quota dei consumatori che partecipano allo scambio di doni è in crescita, passando dal 67% dello scorso anno al 70,2% attuale.
Le preferenze dei regali mostrano un chiaro orientamento verso diverse categorie. I prodotti enogastronomici conducono la classifica con un solido 70,5%, evidenziando un incremento del 2,9% rispetto al 2022. Seguono i giocattoli, saliti dal 48% al 49,9%, e i prodotti per la cura della persona, che hanno registrato una notevole crescita passando dal 42% al 48,7% nel 2023.
Altri ambiti in ascesa includono abbigliamento (dal 47% al 48,5%), libri ed ebook (dal 43% al 48%) e carte regalo (dal 39% al 45%). Tuttavia, settori come trattamenti di bellezza (dal 24% al 30%), giochi elettronici (dal 21% al 25%) e abbonamenti streaming (dal 22% al 24%) sono meno gettonati quest’anno.
Le preferenze di acquisto indicano un cambiamento nelle tendenze di spesa. I gioielli, ad esempio, hanno visto un notevole incremento, passando dal 12% al 18%. Mentre settori come vino e liquori, viaggi, pacchetti prepagati, smartphone, calzature e prodotti sportivi stanno emergendo come scelte popolari tra i consumatori siciliani.
Il budget per gli acquisti mostra un aumento nella quota di coloro che prevedono di spendere oltre i 250 euro (dal 3,7% al 7,4%). Tuttavia, la spesa media per regalo si attesta a 162 euro procapite, leggermente inferiore alla media nazionale (140 euro nel 2022). Un trend interessante è l’utilizzo limitato della tredicesima: solo il 17,5% sarà destinato ai regali, mentre la maggior parte sarà impiegata per tasse, bollette (25,7%), e spese domestiche (22,8%).
Per quanto riguarda i canali d’acquisto, Internet resta al primo posto, registrando un incremento del 7% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, si nota anche una crescente preferenza per i negozi di vicinato (dal 38% al 42,2%) e i punti vendita della distribuzione organizzata (dal 49% al 52,4%) secondo i dati dell’indagine.

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