Il Gup del Tribunale di Palermo, Stefania Brambille, si è dichiarato incompetente per territorio e la conseguenza è che il processo scaturito dall’inchiesta “Hybris” che ha permesso ai poliziotti della Squadra Mobile di Agrigento, di smantellare un gruppo criminale dedito alla commercializzazione di sostanze stupefacenti, che aveva ramificazioni, per il rifornimento, a Gela e Catania, si celebrerà, oltre che al Tribunale di Palermo, anche a Caltanissetta e ad Agrigento. Complessivamente 28 gli imputati e le singole posizioni sono state divise in tre tronconi. In questo stralcio sono imputate 9 persone, sette delle quali, hanno scelto di essere giudicate con il rito abbreviato.
Si tratta di Michele Cavaleri, 45 anni; Antonietta Casaccio, 40 anni; Concetta Maddalena Marino, 47 anni; Fabio Della Rossa, 37 anni; Ferdinando Roberto Serravalle, 26 anni; Lillo Serravalle, 50 anni e Angelo Sorriso, 25 anni, tutti di Licata. Il giudice ha fissato l’udienza al 13 dicembre per concludere l’udienza preliminare. Francesco Cavaleri, 42 anni e Fabrizio Truisi, 38 anni, entrambi di Licata, hanno invece optato per il giudizio ordinario. Tutti quanti sono accusati, a vario titolo, del reato di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, detenzione e spaccio di droga e detenzione illegali di armi da sparo.
I tanti clienti per acquistare la cocaina utilizzavano i social, soprattutto WhatsApp e Facebook, ordinando la droga e facendo ricorso anche ad un linguaggio criptato. Per la cessione delle dosi c’erano i modi più svariati, anche con il paniere, talvolta una delle donne coinvolte per consegnare la coca incaricava la figlia minore. Un lavoro lungo, circostanziato, attento. Ci è voluto tutto l’impegno dei poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Agrigento per espugnare quello che era considerato il “Fort-Apache” dello spaccio: un agglomerato abitativo popolare di Licata, tradizionalmente noto come il “Bronx”.
Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp
