L’ex sindaco di Lampedusa Salvatore Martello torna a far sentire la sua voce sul dramma degli sbarchi. Dopo aver criticato l’azione del governo su quanto successo a Crotone si concentra sulla situazione nell’isola che fino a un anno fa amministrava. “Gli effetti delle migrazioni sono molteplici, ed alcuni di questi a Lampedusa sono tornati in tutta la loro evidenza” scrive sui social. “Non mi riferisco solo al centro di accoglienza stracolmo, nel quale si è arrivati ad ammassare quasi tremila persone in condizioni disumane, senza che nessuno – a cominciare dagli attuali esponenti dell’amministrazione comunale – dicesse una parola per chiedere i trasferimenti immediati ed il rispetto dei diritti di quelle persone. Mi riferisco anche alle decine di imbarcazioni utilizzate dai migranti che vengono abbandonate in mare e nel porto dell’isola: molte delle barche utilizzate ultimamente per le traversate sono in ferro, quindi ancora più pericolose ed inquinanti di quelle in legno. Alcune sono alla deriva, altre ormeggiate in modo del tutto inadeguato all’interno dell’area portuale con il rischio che alla prima mareggiata provochino ancora più danni all’ambiente ed alle infrastrutture, oltre che ai pescherecci ed alle altre imbarcazioni private nelle vicinanze. Altre ancora sono sull’unico scalo di alaggio normalmente utilizzato dai pescatori: lo scalo è dunque occupato dalle imbarcazioni sequestrate ai migranti, provocando danni ai marinai che non possono lavorare. Tutto ciò che era all’interno delle imbarcazioni (carburante, motori, materiali plastici e pericolosi) è abbandonato sulle banchine o si sta depositando sui fondali, nell’indifferenza di chi dovrebbe vigilare ed impedire tutto questo. Quando ero sindaco non passava giorno senza che chiedessi ad alta voce al governo ed alle autorità competenti di intervenire, di bonificare, di tutelare le persone, le infrastrutture e l’ambiente. Oggi è calato il silenzio”.
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