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Home » L’angolo di don Diego » Nove anni fa la visita di papa Francesco a Lampedusa, mons. Damiano: ”L’indifferenza globale continua”

Nove anni fa la visita di papa Francesco a Lampedusa, mons. Damiano: ”L’indifferenza globale continua”

Valentina Alaimo Di Diego Acquisto
9 Luglio 2022
in L’angolo di don Diego
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Sul video-messaggio dell’arcivescovo Damiano nel IX anniversario del viaggio di Papa Francesco a Lampedusa. Lo ha lanciato proprio ieri, 8 luglio, nono anniversario del primo storico viaggio fuori Roma, con tappa a Lampedusa,  di Papa Francesco, che era stato eletto nel marzo precedente. Mons. Damiano, ieri  ha pronunciato le stesse parole di Papa Francesco. Sicuramente,  ha voluto dire di non avere altre parole più appropriate e quindi ripeterle, per significare anzitutto di  farle sue. Mons. Damiano  ha  detto: “…ho sentito che dovevo venire qui oggi a pregare, a compiere un gesto di vicinanza, ma anche a risvegliare le nostre coscienze perché ciò che è accaduto non si ripeta. Non si ripeta per favore”.  “Sono trascorsi 9 anni – ha continuato l’arcivescovo Damiano – e ciò che accadde in quegli anni continua ad accadere. Uomini, donne e bambini in fuga, fratelli e sorelle in umanità continuano a morire nel Mediterraneo e non solo”.  E ancora  “… siamo caduti nella globalizzazione dell’indifferenza. Ci siamo abituati alla sofferenza dell’altro, non ci riguarda, non ci interessa, non è affare nostro! ….Ritorna la figura dell’Innominato di Manzoni. La globalizzazione dell’indifferenza ci rende tutti “innominati”, responsabili senza nome e senza volto». Tutte parole che si riscontrano nell’omelia di Papa di Papa Francesco in quella storica data dell’8 luglio 2013, quando ha cercato di scuotere la coscienza mondiale con il richiamo forte ad evitare la globalizzazione dell’indifferenza e globalizzare  invece la cultura della solidarietà; anche – aggiungiamo noi adesso – in rapporto all’attuale situazione, in cui a Lampedusa continuano ad arrivare disperati  in numero eccessivo, e comunque davvero sproporzionato,  rispetto a quanto predisposto dalle strutture di accoglienza. Ed a questo ha chiaramente accennato Mons. Damiano, quando, facendo notare che “le nostre coscienze non sembra che si siano svegliate…….occorre predisporre al meglio tutto per “un’accoglienza degna, trasferimenti rapidi, vie legali d’accesso”, perché  “ Non è emergenza – dice mons. Damiano –  è movimento di popoli in fuga”. Chiaramente significativi  questi tre obiettivi dell’ “accoglienza degna, dei trasferimenti e  delle vie legali d’accesso”. Evitare di abituarsi  alla sofferenza dell’altro, come se non ci  riguardasse, non ci interessasse, non fosse affare nostro! E quindi le stesse parole del Papa, usate  da Mons Damiano:  “Ritorna la figura dell’Innominato di Manzoni. La globalizzazione dell’indifferenza ci rende tutti “innominati”, responsabili senza nome e senza volto». Su questa indifferenza risuona l’appello divino: «dov’è il tuo fratello?»  Ripensando a quell’8 luglio 2013, non possiamo non sottolineare quanto già allora da più parti era stato chiaramente affermato, che quella visita di papa Francesco era direttamente collegata con quella lettera, carica di umanità, che  in data 19 marzo 2013, giorno in cui Papa Francesco iniziava ufficialmente il suo servizio petrino, gli aveva indirizzato l’allora parroco di Lampedusa don Stefano Nastasi. Don Stefano Nastasi, che adesso in una delle più impegnative nomine dell’arcivescovo Damiano è stato nominato Rettore del Seminario maggiore di Agrigento, successore di don Baldo Reina, adesso, da alcuni giorni, vescovo ausiliare di Roma. Don Stefano Nastasi inizierà il suo servizio come Rettore del Seminario, nel delicatissimo compito di formare i nuovi presbiteri della Chiesa Agrigentina, il prossimo 1° agosto. Impossibile non cogliere in questa nomina di mons, Damiano, il significato  sotteso alla scelta di questo presbitero, cioè don Stefano Nastasi,  che per diversi anni, – a suo tempo –  è stato parroco a Lampedusa, vivendone tutti i drammi e  che con la sua lettera aveva colpito  Papa Francesco. Una nomina allora sicuramente finalizzata – (ci viene proprio di pensare) –  a significare la volontà di accogliere  quel messaggio di Papa Francesco, nell’iter formativo degli anni di formazione dei nuovi presbiteri agrigentini.

Diego Acquisto


Diego Acquisto
Tutte parole che si riscontrano nell’omelia di Papa di Papa Francesco in quella storica data dell’8 luglio 2013, quando ha cercato di scuotere la coscienza mondiale con il richiamo forte ad evitare la globalizzazione dell’indifferenza e globalizzare  invece la cultura della solidarietà; anche - aggiungiamo noi adesso – in rapporto all’attuale situazione, in cui a Lampedusa continuano ad arrivare disperati  in numero eccessivo, e comunque davvero sproporzionato,  rispetto a quanto predisposto dalle strutture di accoglienza.

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