Una ventina gli studenti scesi in piazza , questa mattina, 4 febbraio, ad Agrigento, in appoggio alla mobilitazione nazionale studentesca indetta dalla Rete degli Studenti Medi per contestare l’ordinanza del ministro Bianchi sull’esame di maturità. In piazza Cavour, una piccola rappresentanza di studenti ha voluto dire “no” alla scelta del Miur di archiviare il ‘mini-esame’ imposto dalla pandemia, con un unico colloquio finale, e di tornare ai due scritti.Gli studenti che affronteranno le prove di giugno sono quelli che più hanno sofferto l’emergenza: due anni e mezzo del loro percorso scolastico sono stati pesantemente inficiati dalla pandemia.
“È impensabile tornare a questo tipo di esame dopo mesi di pandemia – hanno detto i ragazzi-. La scuola è in presenza da settembre ma di fatto non è così: ci sono moltissime classi in quarantena o che lo sono state più volte nelle scorse settimane. Vogliamo risposte dal Ministro Bianchi”.Le lacune accumulate in tre anni a singhiozzo rendono impossibile un esame del genere, secondo Rete Studenti Medi.
Alla manifestazione non ha aderito la consulta provinciale studentesca che sull’argomento la pensa, decisamente, in maniera diversa.
“La consulta non ha appoggiato l’iniziativa- dice il presidente Luca Gambino– perché le scelte errate sono state quelle degli ultimi due anni , con una sola prova orale molte delle competenze non possono essere esaminate. È necessario saper scrivere e, quindi, essere valutati anche sul tema d’Italiano.” Anche sulla seconda prova ,che riguarda le materie di indirizzo di ogni istituto, Gambino ha la sua idea: “ Ritengo non corretto un esame che non da la possibilità di distinguere le competenze di ogni percorso scolastico, non è un esame completo ma una valutazione monca. Negli ultimi anni l’esame è stato semplificato in maniera eccessiva.”
Al centro della protesta anche la vicenda di Lorenzo Parelli, morto a 18 anni durante uno stage formativo in provincia di Udine.
Le foto sono state realizza da Luciano Modica.
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