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Home » Altro » Salvatore Valenti, dalla ricerca ai brevetti: un latte naturale che fa “impazzire” le multinazionali

Salvatore Valenti, dalla ricerca ai brevetti: un latte naturale che fa “impazzire” le multinazionali

2 Maggio 2021
in Altro, Eccellenze Siciliane, Spunta blu
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Salvatore Valenti è un chimico di Agrigento  cresciuto nel quartiere di San Vito. Dopo essere stato per anni ricercatore della facoltà dell’Università di Siena, ha deciso di occuparsi di ricerca ed innovazione applicata alle reali esigenze del mercato. Essenzialmente, ha smesso di scrivere pubblicazioni scientifiche ed ha iniziato a depositare brevetti. L’ultima tecnologia che Valenti ha brevettato consente, mediante metodi fermentavi, di produrre un mangime per ruminanti, a partire da scarti di produzione di cerali per uso umano, in grado di normalizzare il microbiota ( batteri che popolano il tratto gastroenterico degli animali ) delle vacche da latte così da migliorare la loro digestione e ridurre l’emissione dei gas serra ( metano ). “Inoltre- ci spiega il chimico agrigentino- lo stesso mangime consente di produrre un latte totalmente naturale, che se consumato abitualmente, unitamente a uno stile di vita sano, è in grado di controllare in modo naturale il colesterolo nei bambini e negli adulti”. Una tecnologia di questo tipo che riesce ad impattare sulla salute animale ( aumentata digeribilità ), rispetto ambientale ( riduzione gas serra ) e controllo del colesterolo attraverso il consumo del latte stesso o dei suoi derivati ( gelati, formaggi, merendine etc ) ha attratto l’interesse di alcune multinazionali. “Non per ultimo- spiega Valenti- la tecnologia è in grado di produrre certificati verdi, da poter vendere ad industrie ad esempio metallurgiche o di altri settori, così da poter cedere gratuitamente il mangime agli allevatori e consentire una riduzione del prezzo del latte.” Negli anni scorsi, Salvatore Valenti, tra le altre cose, si è interessato dello studio degli effetti dell’invecchiamento del vino a contatto con il più nobile dei metalli, l’oro. L’idea è arrivata quando stava verificando l’ effetto neuroprotettivo dell’oro e del vino nelle malattie degenerative. Ed ecco che nasce “Anima aurea” da un lungo progetto di ricerca, che ha permesso di ottenere una combinazione innovativa di due metalli nobili allo stato naturale, oro ed argento, così da poter diventare i migliori materiali per l’invecchiamento del vino, esaltando in modo sublime il gusto, migliorandone la conservazione e la resistenza all’ossidazione nel tempo.

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