Ha preso il via il processo, che vede imputato Antonio De Pace, 28 anni, l’infermiere calabrese che ha assassinato la 27enne fidanzata di Favara, Lorena Quaranta, il 31 marzo del 2020, in pieno lockdown per il Covid19. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, De Pace ha tramortito, e poi strangolato la ragazza al termine di un litigio. Nella prima udienza, sono stati ascoltati alcuni testimoni, chiamati in causa dal pubblico ministero Roberto Conte. Davanti al giudice Massimiliano Micali sono comparsi i genitori e i parenti di Lorena, insieme agli amici della coppia, i vicini di casa, e i carabinieri intervenuti nel piccolo appartamento di Furci Siculo, dove si è consumato l’omicidio.
L’imputato era collegato in videoconferenza. Da ricordare che lo scorso dicembre il tribunale aveva respinto la richiesta di rito abbreviato, e la perizia psichiatrica, adesso nuovamente richiesta dai legali del ragazzo calabrese. Si torna in aula mercoledì 16 giugno con l’audizione di nuovi testimoni. I familiari di Lorena Quaranta, insieme a sette associazioni a tutela della donne, si sono costituiti parte civile, con l’assistenza dall’avvocato Giuseppe Barba. A difendere Antonio De Pace, i legali Bruno Ganino e Salvatore Silvestro, quest’ultimo subentrato al posto di Ilaria Intelisano.
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