C’è aria tesa nel partito democratico agrigentino. Ad “alzare” la voce sono una sessantina di amministratori che , senza mezzi termini, annunciano: “non parteciperemo a congressi snaturati. Il riferimento è a congressi che dovrebbero eleggere prima le segreterie cittadine e poi la segreteria provinciale. “Una investitura dall’alto- si legge nella lettera inviata dagli amministratori al segretario nazionale e quello regionale- che non tiene conto di centinaia di militanti che in questi anni, tra mille difficoltà, hanno creduto, e continuano a credere, nel Partito Democratico. Militanti mortificati da un commissario le cui scelte sono state mirate a far “quadrare” i numeri, al fine di dare una veste democratica ad un congresso che in realtà non lo è. Un tesseramento che ha escluso la partecipazione delle democratiche e dei democratici della provincia, con regole modulate ad uso e consumo di una parte, annullando il ruolo dei dirigenti locali. Nulla a che fare con la natura stessa del partito che molti di noi hanno contribuito a far nascere. Alle sollecitazioni di confronto sui contenuti e sulla politica sono arrivate risposte di mediazione inaccoglibili. Numeri freddi di percentuali, assegnazione di ruoli e “ricompense” varie pur di consegnare simbolo e storia del PD agrigentino a chi ne ha rivendicato la “proprietà”. Il fallimento alle ultime elezioni comunali sembra non interessare nessuno. Nei due centri più importanti, Agrigento e Ribera, abbiamo assistito a “operazioni” che di fatto hanno favorito il centro destra, annullando la presenza del partito nelle istituzioni locali. Non sembra interessare a nessuno che in tutte le realtà gli stessi non hanno disdegnato di sostenere candidati Sindaci in contrapposizione a candidati espressione del partito, cosa che potrebbe accadere nel rinnovo delle amministrazioni comunali, con l’isolamento e l’esclusione dall’uso del simbolo di chi non è allineato, anche delle esperienze amministrative uscenti, che riteniamo debbano essere tutelate. Senza una vera riflessione su questo e altri fatti non è possibile immaginare un rilancio dell’azione politica del PD agrigentino. Per queste e altre ragioni non parteciperemo a un congresso segnato, che non si fondi sul confronto delle idee e sui temi aperti alle problematiche del territorio.Chiediamo il commissariamento con una figura terza, capace di ascoltare le ragioni di tutti, di ridare dignità e ruolo ai circoli e di avviare un confronto di rinnovamento vero, nel rispetto dei valori fondanti del partito democratico.”
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